Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

Argomenti minio della piccola e media azienda. Tale caratteristica risulta più o meno accentuata a seconda delle singole sottoclassi: ad esen1pio, se ciò è particolarmente vero· per l'industria di pastificazione, lo è di meno per quanto riguarda l'industria dolciaria e saccarifera. Inoltre, anche per quanto riguarda la dinamica produttiva, diverso è stato l'andamento dei singoli con1parti. Mentre il valore aggi11nto dell'industria dolciaria è passato dal 20,5 per cento al 22,4 per cento del totale dell'industria alimentare tra il 1961 ed il 1965 (ultimo, anno per il quale si dispone di dati disaggregati), sostanzialmente stazionaria è rimasta l'incidenza dell'industria molitoria e di pastificazione, me11tre è diminuita, seppure di poco, qt1ella dell'industria conserviera, ed è cresciuta quella delle beva11de analcooliche. In generale si può ritenere, pur nel quadro di qt1el vasto processo di ristrutturazione e concentrazione aziendale di cui si è detto, che sono in espansione le industre dolciarie, delle bevande alcooliche ed analcoolicl1e, l'industria casearia e delle carni, mentre sono stagnanti l'industria conserviera, quella molitoria e di pastificazione e quella olearia. Infine, anche dal punto di vista territoriale la situazione dei singoli comparti si presenta in modo differente: maggiormente espa11siva l'industria alimentare ubicata nel Centro-Nord, che coincide per la maggior parte anche con i comparti più dinamici, in ristagno l'industria alimentare t1bicata nel Mezzogiorno, che coincide con i comparti più tradizionali ed arretrati. Si può dunque ritenere che la « lunga 1narcia » verso la nuova industria alimentare procede a passi più o meno lunghi e rapidi a seconda dei singoli settori produttivi ed a seconda delle diverse zone del paese. Vale la pena, quindi, di osservare da vicino i singoli settori. a) L'industria dolciaria. L'industria dolciaria è il comparto dell'industria alimentare che presenta la più forte concentrazione aziendale e territoriale. Già nel 1965, secondo un'indagine della Mediobanca, il fatturato delle quattro maggiori imprese (Ferrero, Motta, Perugina e Pavesi) copriva ben il 48 per cento dell'intero apparato; inoltre queste quattro società concentravano da sole il 10,5 per cento del fatturato di tutto il settore dell'industria alimentare co11 oltre 50 addetti. Per quanto riguarda, poi, la distribuzione territoriale, è il triangolo industriale, con una grossa appe11dice in Umbria ed una più piccola in Campania, che concentra il grosso ed· il meglio dell'industria .dolciaria italiana. L'industria del cioccolato e dei biscotti è presente soprattutto in Piemonte, dove il suo sviluppo si ricollega diretta1ne11te alle tradizioni •di « Cotte » dell'industria dolciaria di qualità torinese. La Ferrero ad Alba con un fatturato, nel 1965, di 53 Bi·bilotecaginobianco

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