Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

Mario Canino lavori dell'Assemblea Annuale della CONFAPI, che si è tenuta il 20 giugno a Perugia, p1resso l'Accademia dei Filedoni. È in questa aspirazione all'autonomia che si inquadrano, le ri,vendicazioni avanzate dalle piccole e medie industrie riflettenti il riconoscimento giuridico della categoria, la fiscalizzazione parziale e temporanea degli oneri sociali, l'attuazione di forme creditizie a carattere selettivo, rivolte a garantire alle piccole e medie aziende del settore industriale una maggiore capacità ,di investimenti direttamente produttivi che possano determinare forti incrementi di produttività. In effetti, dalla misura in cui qt1este rivendicazioni verranno accolte, dipenderà in gran parte il rilancio dell'economia nazionale, in quanto le piccole e medie imprese hanno svolto1 finora un ruolo fo,ndamentale nello sviluppo economico nazionale. Ed è appunto della ripresa di questo sviluppo, cl1e si avverte proprio in questi tempi un grande bisogno, perché è solo dall'incremento del reddito nazionale che potranno trarsi le risorse necessarie per avviare la politica di riforme, ormai im·procrastinabili. D'altra parte, il rapido sviluppo dell'economia italiana in questi ultimi anni ha messo in crisi alCU11estrutture sociali, fra le quali le più importanti appaiono prop,rio il siste1na previdenziale, quello fiscale e creditizio,, l'assistenza sanitaria. Giustrunente il Presidente Confederale ha affermato nella sua relazione che « le piccole e medie industrie stanno pagando due volte la mancata riforma del sistema previdenziale italiano: 11 1 na volta con oneri sociali elevatissimi, la cui incidenza è particolarmente forte e la cui resa in termini di assistenza per i lavoratori è veramente scarsa, ed una seconda volta accollando·si nella contrattazio 1 ne collettiva oneri di integrazione i·n caso di malattia, di infortunio e per altri numerosi titoli ·p·roprio per le gravi carenze che il sistema presenta ». Del resto, oggi le aziende subiscono forti pressioni per la ridtizione degli orari di lavoro e non ci si domanda se in questi ultimi anni le ore di lavoro ridotte si siano tramutate in vero tempo libero o se, invecé, molti lavo,ratori, soprattutto nelle grandi città, non abbiano piuttosto impiegato questo tempo per recarsi al posto di lavoro, e tornarne, a causa della congestione del traffico. Altrettanto può di1 rsi per altri importanti problemi, come ad esemp-io quello della casa, per cui vi è la tend-enza a far gravare sui costi della produzione industriale la loro mancata soluzione. Si avverte quindi in mo,do netto l'esigenza che tutte le categorie diano un contributo operativo, affinché fra sviluppo economico e svilu·ppo delle , strutture sociali e civili si crei quell'equili,brio che finora è venuto, a mancare. Ed è confortante constatare che nei ceti imprenditoriali si sta facendo strada la convinzione che le riforme deb•bano essere fatte, sia pure con gradualità; e che inoltre - pur dovendosi denunciare il grave stato di disagio, e di ~fiducia nel quale si trovano molte delle aziende italiane - questa denuncia non significa rinuncia apriori,stica a portare avanti il dialogo con le rappresentanze dei lavoratori a qualsiasi livello, né tanto n1eno, abban,dono dell'indirizzo assunto di garantire salari e condizioni normative non inferiori a quelle che offrono le grandi aziende. 48 Bibliotecaginobianco

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