Franco Mollo Uno degli indirizzi a nostro· avviso più consigliabili potreb,be essere quello di indagini epidemiologiche modernamente programmate, riguardanti la diffusione delle malattie in rap,porto all'ambiente e alla popolazione. L'epidemio,Iogia può fornire spesso preziosi indizi circa le cause delle malattie, ma ancora più spesso apre scorciatoie verso una efficace prevenzione. Questo è oggi un p,unto ,di in-ip·ortanza fondamentale: proprio perché una· così gran parte della ricerca classica è sempre stata ossessivamente preo:ccupata dalla spiegazione del meccani,smo dei sintomi e dalla identificazione degli agenti causali, pit1ttosto che dallo studio delle condizior1i ambientali e del terreno biologico e sociologico in cui le 1nalattie si sviluppano. Ma, ad esempio, la constatazione dei rapporti tra la ,diffusione del colera e il cons~mo di acqt1e inquinate condusse in passato• a una certa possibilità di controllo della malattia, ancor prima che ne fosse scoperto l'agente batterico. E così non siamo anco,ra in grado di identificare il fattore o i fattori causali del cancro del polmo11e, ma sappiamo che esiste un rapporto (considerato per lo più di ordine causale) tra l'abitudine di fumare e lo sviluppo• del tumore. Questa co11oscenza potrebbe già es,sere molto utile dal punto di vista della preven-- zione, anche nell'eventualità che si decidesse di non impiegare altri fondi nel tentativo di giungere a una ·più precisa identificazione della causa specifica. Mentre in medicina ogni scoperta fondamentale diventa ben presto una conquista dell'intera umanità, non possiamo invece prendere a prestito da altri i risultati di indagini epidemiologiche o di ricerche sociologiche applicate alla medicina. È evidente infatti che, essendo l'ambiente e la popolazione peculiari per ogni paese e per ogni periodo storico, non ci si può accontentare di informazioni ottenute in -diverse con,dizioni di luogo e di tempo. In questo senso sareb,be preziosa l'attività degli enti ospedalieri, che non solo hanno a disposizione una grande casistica e qui]J.di un ricco materiale di studio, ma potranno « istituire, anche fuori dall'ospedale, ambulatori, dispensari, consultori, centri per la cura e la prevenzione di malattie sociali e del lavoro, centri per il recupero funzionale, e compier-e ricerche e in•dagini scientifiche e medico-sociali in ordine al conseguimento degli scopi istituzio 1 nali » (legge 132, art. 2). Si dovrebbero anzitutto approfondire le conoscenze sulla incidenza e le variazioni delle malattie, anche e soprattuto di quelle più comuni cl1e sono poi, dal p1 unto di vista sociale, le più importanti. Con la revisione contint1a delle casistiche, il controllo periodico degli ammalati dimessi, l'accertamento autoptico sistematico delle cause di morte, si dovrebbero verificare le diagnosi, i decorsi a lungo termine e l'esito ·delle terapie. Per l'evolversi di una razionale pianificazio·ne sanitaria dinamica, è indispensabile registrare e trasmettere a ce11tri di calcolo e di elaborazione statistica informazioni sen1pre aggiornate, e raccolte alla periferia in modo ben più rigoroso e sistematico di quanto oggi non si faccia. Questo potrebbe essere un indirizzo di ricerca moderno e realistico, assai più che l'istituzione di nuovi laboratori, in cui medici ospedalieri si dedicassero a ricerche fondamentali nei ritagli di tempo 46 Bibliotecaginobianco
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