Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

.. Gionale a più voci cercatore, sono certamente dannose pressioni popolari di carattere emotivo o direttive politiche prive di adeguata base scientifica. Non v'è dubbio che la così detta « grande medicina» appaia più prestigiosa di altre forme, improp 1riamente considerate « minori», di attività scientifica e assistenziale. Il neurochirurgo è assai più ammirato che il net1rolo1go; il cancerologo diventa più facilmente famoso presso il pubblico che il microbiologo; chi trapianta organi è più popolare di chi ne studia le malattie. Ma dovrebbe essere evidente per tutti che forme morbose per lo più considerate di minore interesse (ad esempio la bronchite cronica, l'artrosi, la sindrome depressiva, la colite e molte altre) rappresentano in effetti somn1e di sofferenza umana ben maggiori di quelle legate ad altre malattie, forse più drammatiche e impressionanti, ma meno •diffuse. Il vantaggio di investimenti destinati a fini suggestivi, senza una preventiva razionale valutazione della effettiva importanza e p1 robabilità dei possibili risultati, è in genere assai inferiore a quanto l'opinione pubblica sia spesso indotta a credere, e a qt1anto possa giudicare anche una classe dirigente, magari politicamente illuminata ma con scarsa o distorta informazione scientifica. Anche in paesi ben più progrediti del nostro, per quanto consistenti siano i finanziamenti della ricerca scientifica, si riconosce la necessità di scelte prioritarie. Giudizi ancor piì1 meditati avrebbero dunque ragione di essere là dove (come purtroppo è quasi abituale in Italia) la ricerca si svolge in ambienti materialmente molto meno dotati. Non si possono pretendere vantaggi immediati e sicuri da ogni tipo di ricerca; ma la ragionevole probabilità di un reale progresso della conoscenza (che è poi il fine della ricerca fondamentale) dovrebbe essere sempre alla base di tentativi compiuti in campi in cui, perfino •nei paesi all'avanguardia tecnologica, non sono ancora attuali le applicazioni pratiche (è il caso ad esempio del trapianto cardiaco o polmonare). Da un pu•nto di vista generale, troppi ricercatori operano (quand'anche non si considerino gli interessi personali) confidando nel caso e giustificandosi con l'impossibilità di escludere a priori fortunate e magari straordinarie scoperte. Non bisogna pensare che manchino in Italia gruppi di lavoro la cui attività è apprezzata anche nei paesi in cui esiste un più alto livello medio della produzione scientifica; ma bisogna pur dire che questi nostri ricercatori sono proprio quelli che non confidano nel miracolo, ch,e adattano i programmi alle possibilità e che, in breve, affrontano i problemi scientifici co11 metodo scientifico. Nel campo •della fisica nucleare si sta ormai facen,do strada in Europa la tendenza a ritenere preferibile la ricerca applicata e di sviluppo, rinunciando a pesanti investimenti in ricerche fon·damentali che, in confronto con quelle condotte negli Stati Uniti, non potrebbero mai essere di punta. Una posizione analoga sarebbe forse ·altrettanto giustificata nella ricerca medicobiologica italiana, per la quale il divario nei c9nfronti degli altri paesi occidentali è ( tranne qualche eccezione) maggiore di quello che si registra nella fisica. 45 Bi"biol tecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==