Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

Giornale a più voci resta in buo·na parte in piedi, dovendosi varare ancora i regolamenti relativi agli scarichi industriali e a quelli degli autoveicoli (industriali i11tcressati ·permettendo). Per le acq11e la situazione è, se possibile, anche peggiore: gli scaricl1i domestici e industriali vengono irresponsabil1T1ente versati nei fiun1i nei laghi e nel mare, mentre non n1eno irrazionali sono i prelievi. La responsabilità della situazione, conclude il rapporto dell'ENI-ISVET sull'argomento, « ricade sulla classe politica e su quella amministrativa per non aver assunto in tempo utile, se non altro sull'esempio dei paesi stranieri, quei p,rovvedimenti di carattere tecnico, am1ninistrativo e finanziario che avrebbero pot11to limitare il danno ». Ma, aggiungiamo noi, se l'esempio dei paesi stranieri fosse stato segtiito, co1ne avr~bbe fatto l'Italia a diventare la « raffmeria d'Europa»? È stato, infatti, « grazie ,> alla mancanza di una precisa legislazione in materia che molte co1npagnie petrolifere hanno trovato conveniente impiantare in Italia le loro raffinerie, provocando, accanto a benefici economici, danni forse anche più rilevanti per quanto riguarda l'inquinamento dell'aria e dell'acqua. Ora, dunque, si tratta di correggere questa situazione e di evitare che l'Italia, continuando su qt1esta st.rada, diventi la « pattumiera» d'Europa. È un problema essenzialmente politico e la soluzione è 01 biettivamente difficile; essa richiede non facili equilibrismi dal momento che interessa settori vastissimi che vanno dalla politica industriale a quella territoriale. Le opposizioni sono e saranno fortissime: bisogna trovare la forza politica per vincerle e per far capire a chi non '.1a orecchie per intendere che se una parte dei costi di disinquinamento dovrà essere pagata dalla società nel suo insieme, la restante parte spetterà obbligatoriamente ai principali e ben individt1ati inquinatori. Stabilito questo principio, occorre passare alla cosiddetta fase operativa: quella, cioè, del varo delle leggi, per quanto « scomode», e quindi dei controlli per verificare cl1e la loro applicazione non sia elusa. A questo proposito, al convegno dell'ENI ha ricevuto un consenso pressoché unanime la proposta di creare un'appo,sita « Agenzia », sul modello di qt1elle esistenti in America, alla quale facciano capo tutte le questioni di ordine ecologico che oggi sono frammentate fra una serie di ministeri e enti locali. Questa necessità è stata ricono·sciuta anche dal n1.inistro delle Partecipazioni Statali, Piccoli, a causa, appunto, della « disarticolazione che ancora caratterizza le iniziative di disinquinamento». Piccoli ha anche detto che i risultati del convegno di Roma « iJlumineranno l'orientamento del Parlamento, del Governo e in particolare delle Partecipazioni Statali, che, attraverso le iniziative dell'ENI e di altre aziende del settore pubblico mostrano una particolare sensibilità per i problemi della difesa della natura ». Meno male: se 110,n altro l'importante iniziativa dell'ENI ha avuto i-I ruolo di stella cometa per indicare la strada giusta agli « uomini di buona volontà». UGO LEONE 43 Bi.biiotecaginobianco

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