Ugo Leone D'altra parte, se, tanto per fare un esempio, non si riesce a far approvare .il regolamento ·per i « fumi industriali» a tre anni dalla sua redazione, sarà anche colpa degli indt1striali direttamente interessati che non gradiscono sopportare i costi di adeguamento degli impianti~ ma ci p·are che la colpa sia soprattutto di chi, pur aven-done co1stituzio11almente il potere, non si decide a farlo valere e, nel caso specifico-, a far appro•vare il citato regolamento. È un atteggiamento colpevole e lo, è anche se per sostenerlo si cerca di spiegare che l'inquinam·ento e la degradazione dell'ambiente naturale sono il prezzo inevitabile da pagare allo svilup 1po indt1striale e tecn_ologico. L'affermazio1ne è completamente errata. È vero infatti il contrario e, cioè, che il progresso tecnologico fornisce i mezzi tecnici per ridurre se non per eliminare del tutto i danni dell'inquinamento. È anche vero che tali mezzi costano, e parecchio anche: in termini freddamente econo1nici, dunque, si tratta di confrontare i costi -del disinquinamento e i benefici che ne derivereb-bero per verificare la convenienza ad affrontare la spesa. È quanto l1a fatto l'ENI che, in collaborazione con l'ISVET, ha condotto un'inchiesta, dal febbraio '69 al marzo, 1970, allo scopo di fornire U.11a p-rima valutazione di n1assima dei costi e dei benefici economici derivanti dall'eliminazione delle p1incipali forme di inqu_i11amento atmosferico e idrico in Italia. Purtrop 1 po il calcolo è estremamente difficile a causa della totale carenza di dati e -di statistiche di carattere _specifico ·s11lpro,blema. Per cercare di ovviare a questa lacuna si è fatto ricorso alla realizza-· zione del massimo numero possibile di inchieste dirette al fine di raccogliere dati originali utili per consentire stime dei danni. In seguito a questo lavoro, il confronto tra i costi del progetto, di disinquinamento e i relativi benefici, effettuato per il periodo 1970-85, « ha indicato che esiste una giustificazione economica all'intervento da parte della collettività »_.Infatti « il valore attuale del flusso dei costi di intervento per il periodo 1970-85 si aggirerebbe sui 7850-9000 miliardi circa (1 in lire 1968). I benefici calcolati per lo stesso perio·do potrebbero variare, semp·re seco11do una ipotesi di stima minima e massima, da 8.000 a 12.000 miliardi circa nell'ipotesi di eliminazione dell'in.quinamento ». Appare, dunque, evidente la convenienza in termini ·puramente monetari; ma no·n dimentichiamo che accanto a questa, vi è un'altra inestimabile convenienza, quella sociale, cl1e, comunque, renderebbe non conveniente, ma obbligatorio, l'jntervento contro l'inquinamento. La sitt1azione sta diventando drammatica anche in Italia e gli effetti. dell'inquinamento vanno studiati, come ha fatto l'ENI, sulla -salute umana, sul patrimonio dei beni culturali, sull'agricoltura e sulla zootecnia, sul tempo libero e sul turis1no, sugli approvvigionamenti idrici, sul patrimonio ecologico e su quello immobiliare. Nel nostro paese, oltre alla quasi assoluta mancanza di dati e studi per ap-profondire la conoscenza di questa realtà, mancano anche, quasi del tutto, i p1rovvedim·enti diretti a modificarla. Qualche « timido» tentativo si è fatto con la legge antismog; ma essen-do stato definito il solo regolamento relativo all'inquinamento domestico, il problema 42 Bibiiotecaginobianco
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