Francesco,Compagna che dura da un anno « al vertice degli organi della programma- . z1one ». Ci sia inoltre consentito di rilevare che proprio coloro i quali hanno a cuore la possibilità di un effettivo rilancio della programmazione non devono ora cedere alle suggestioni di un regionalismo massimalista, e strumentale, che ha preso corpo in certi ambienti politici anche di sinistra democratica, che tende a varcare il confine che protegge l'autonomia regionale dal pericolo di degenerare in anarchia regionalistica, che potrebbe strappare concessioni tali da compromettere la coerenza, e non la coerenza soltanto, della programmazione. È uscito proprio in questi giorni, nella « serie » einaudiana di politica economica diretta da Antonio Giolitti, un interessante studio di Alfredo Tlesti ( Sviluppo e pianificazione regionale, le teorie e le politiche); e nella «premessa» si legge della « scarsa consapevolezza che ancora si ha delle circostanze per cui risulta fallace ed illusoria - a11.che se alletta11.te - la speranza di poter sciogliere a livello regionale dei nodi che vanno invece dipanati o recisi in ben altra sede ed a ben diverso livello ». Tra questi nodi c'è ovviamente quello della politica meridionalista: non ci si illuda di poterlo çlipanare o recidere grazie alle Regioni, a livello regionale, e non a livello nazionale, grazie all'intervento straordinario ed alla caratterizzazione in senso meridionalistico della programmazione. Né ci si illuda che in questa situazione economica e finanziaria sussista11.o ancora le possibilità che sen1bravano sussistere nella primavera del '69 di una ripresa degli investimenti tanto ben avviata da poter i1nprimere, se adeguatamente orientata in senso settoriale ed in senso territoriale, una spinta nuova e rilevante all'industrializzazione del Mezzogiorno. Queste fiduciose attese, con le quali si concluse alla Can1era dei Deputati il dibattito sulla politica 1neridionalista nell'aprile del '69, sono state frustrate; e oggi non ci si nascondono nemmeno le difficoltà di provvedere ad· un congruo rifinanziamento della Cassa per il Mezzogiorno, mentre gli investimenti industriali preannunciati restano soltanto preannu11ciati (ci si deve domandare, per esempio, se la Fiat, fino a quando è impegnata a far fronte, negli scioperi aziendali e sui mercati internazionali, ad una situazione che desta non poche preoccupazioni, possa far fronte anche ai suoi impegni non solo per il programma di nuovi stabilimenti nel Mezzogiorno, ma anche per l'i11iziativa dell'Aeritalia, concordata con la Finmeccanica come grande iniziativa· di industria motrice e tecnologicamente avanzata da realizzare nel Mezzogiorno). 18 Bibiiotecagino.bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==