Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

I La riabilitazione del Piano muovono indipendentemente l'una dall'altra, come si sono mosse, la prima compromette la seconda, la programmazione fallisce e le riforme non si fanno. Stabilità politica, dunque, accordo sulle cose, ripensamento del rapporto fra rivendicazioni e riforme: sono queste le condizioni favorevoli da realizzare per procedere ad una vera e propria riabilitazione della politica di programmazione. D'altra parte, si tratta anche di correggere tempestivamente le condizioni sfavorevoli cui accennavamo e che si sono determinate in conseguenza del travagliato e ancora perdurante periodo di instabilità politica che è seguito· alle elezioni del 1968: la crisi dei rapporti fra segreteria della programmazione ed ISPE, il ritardo della legge sulle procedure, le battute di arresto subite nei tempi di elaborazione del nuovo piano quinquennale. Ma a questo proposito ci soccorre quanto ha avuto recente1nente occasione di affermare l'on. Giolitti davanti alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato. Dopo avere ricordato che, per quanto riguarda la necessità di riempire « i gravi, paralizzanti vuoti al vertice degli organi della programmazione», non è soltanto questione di volontà politica del Ministro del Bilancio, ma soprattutto di volontà politica del Consiglio dei Ministri, l'on. Giolitti ha detto che, per quanto riguarda la legge sulle procedure, è ormai questione di uniformarsi al fatto nuovo, la elezione dei consigli regionali, e pertanto di definire al più presto la disciplina dei rapporti fra ·Stato e Regioni, anche e prima di tutto ai fini della funzionalità dei metodi di elaborazione e di gestione dei programmi regionali di sviluppo. Ma c'è soprattutto l'esigenza di elaborare il piano nazionale di sviluppo 1971-75; e per soddisfarla l'on. Giolitti ha proposto il ricorso ad una procedura abbreviata ( « che non vuole dire affrettata »), extra-legem e tale da consentire forse di « esperimentare », prima di fissarla in uno schema legislativo, quale potrebbe essere l'impostazione più convincente del rapporto fra programmazione nazionale e programmazione regionale. Si può apprezzare, in queste dichiarazioni, anche il sano empirismo che le ha ispirate e che può consentire effettivamente di correggere sia la condizione sfavorevole del ritardo subito dalla legge sulle procedure, sia la condizione sfavorevole delle battute· d'arresto subite dalla preparazione del nuovo piano nazionale di sviluppo. Ma è pure necessario che possa, prima o poi, e più prima che poi, esprimersi la volontà politica di· un Consiglio dei Ministri disposto a concordare il modo ~i riempire il « paralizzante vuoto » 17 Bi liotecaginobianco

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