Francesco Con1pagna o al tentativo cli acca11tonare la politica delle riforme ». Si deve certo dare atto al Giolitti del 12 luglio 1970 di avere castigato la « insofferenza » del Giolitti che il 19 dicembre 1969 aveva confutato « l'opinione ... secondo la quale si dovrebbe: intervenire immediatamente con una misura o con un'espressione di volontà di blocco delle spese correnti »: perché nel citato suo articolo si trova, tra l'altro, tina esplicita raccomandazione per « una accorta regolazione dei flussi di spesa pubblica, bloccando (sic!) qualsiasi dilatazione della parte corrente ». Ed a Giolitti si deve dare atto, altresì, di avere scritto, sempre nel citato articolo, che il reperimento di risorse finanziarie da parte del T'esoro non deve comportare ulteriori pressioni sul mercato finanziario, « al quale devono poter attingere le imprese », ma deve realizzarsi « mediante strumenti di mercato monetario (del tipo indicato nella relazione del governatore della Banca d'Italia) e strumenti fiscali (acct1ratamente selettivi, in modo da evitare riflessi negativi sui prezzi, da comprimere la domanda per consumi 110nnecessari, da fornire un gettito aggiuntivo nella misura, che oggi può considerarsi soddisfacente, di 200-250 miliardi) ». Ecco: quando Giolitti scrive questo, e aggiunge che per quanto riguarda la selezione nell'erogare il credito ci si deve attenere a « criteri di priorità ben definiti, conformi agli obiettivi del programma di sviluppo », si comincia ad intravedere la possibilità di un accordo sulle cose per fronteggiare una situazione che continua a peggiorare. Ma non basta: se si vuole riabilitare la programmazione, non si p11ò sfuggire alla questione posta da La ,Malfa; è necessaria, cioè, « una totale revisione dei concetti in base ai quali la coalizione di ce11tro-sinistra ha condotto la sua battaglia economica sociale, senza av,ere mai il coraggi,o .di mettere i sinda.cati e l'opposizione di estrema sinistra di fronte alle proprie responsabilità ». Porre tale questione non significa voler spostare a destra l'asse politico, ma -significa avere acquisito la consapevolezza, ed averla acquisita per esperienza vissuta e sofferta, che « una politica di programmazione e di riforme non può che passare attraverso il. controllo della produzione e della distribuzione dei redditi a tutti i livelli (non a livello dei soli salari, come falsamente è stato detto) attuato con la consultazione permanente dei sindacati operai e delle organizzazioni imprenditoriali »; e che politica rivendicativa e politica delle riforme non possono « muoversi indi1Jendentemente l'una dall'altra, quasi che si trattasse di campi completa~ente diversi e separati di azione, e 110n di situazio11i i11tercomunicabili ». Se si 16 I .. Bibiiotecaginobianco
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