Francesco Compagna come ha scritto Bruno Pagani su « Mondo Eco11omico », è soprattutto vero che dal '68 ad oggi, qua11do si sarebbero dovuti meglio definire gli obiettivi e predisporre gli strumenti della programmazione, è venuta a mancare in Italia proprio la stabilità politica e non ha potuto quindi manifestarsi la volontà politica di precisare gli obiettivi e di mettere a p1111to gli strume11ti della progra1n- . maz1one. Non è difficile, d'altra parte, riconoscere e ricostruire i mon1enti nei quali si è configurata ed aggravata la tendenza a soffocare tra le logomachie sui problemi di schieramento il dibattito per l'approfondimento dei problemi di contenuto: il « progetto '80 » non è stato discusso quanto meritava di essere discusso; la legge sulle procedure della programmazione si è are11ata in una zo11a morta del st10 itinerario fra gover110 e parlan1ento; le due fondamentali questioni, della politica dei redditi, a monte della programmazione, e del coordinamento dei modi e dei tempi delle riforme, a valle della programmazione, sono state deformate, e quindi sottovalutate, da tutti coloro che ha11no strun1entalizzato, e quindi sopravvalutato, il discorso s11l ce11tro-si11istra « più avanzato » o « più moderato » a seconda della maggiore. o minore sua i11clinazione a recepire acriticamente le rive11dicazio11i sindacali; gli articoli di · Pasquale Saraceno sull'ampiezza e sulla rigidità del conve11zionale o tradizionale quadro di riferimento temporale della programmazione - e cioè sull'opportu11ità che si proceda entro scadenze più brevi di quella quinquennale all'accertamento della reale evoluzione delle cose rispetto all'andamento preconizzato dai singoli progran1mi operativi ( « ad obiettivo ») del tipo di quelli che anche il « progetto '80 » propo11e di formulare - non hanno suscitato l'interesse della classe politica - e degli stessi « programmatori » - che avrebbero dovuto suscitare; il cosiddetto « caso Ruffolo » non è stato ancora risolto e, perdurando quindi la crisi degli uffici della programmazione, sono stati compromessi da un lato i tempi di preparazione del seco11do programma nazionale di sviluppo e dall'altro i progressi che si sarebbero potuti realizzare per qt1anto riguarda i - metodi della « contrattazione programmata». Sappiamo che su quest'ultima questione il nostro punto di vista coincide con quello dell'on. Giolitti; e forse il nostro punto di vista coi11cide o potrebbe coincidere co11 quello dell'on. Giolitti anche su molte altre questioni relative alla programmazio11e (e non soltanto alla programmazione): malgrado vi sia chi voglia artificiosamente e tendenziosamente contrapporre un feticcio giolittiano 12 Bibiiotecag ino.bianco
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