Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

I Europa e Mezzogiorno colare dell'industria, po1 sso110 essere certo mutate, ,ma solo con sforzi prolungati nel tempo; ma certamente esse non posso 1 no essere modificate nel vuoto, in assenza cioè .di ·Un processo di svi1uppo, che è quello che ne determina di fatto le caratteristiche quantitative e qualitative. Può darsi che le politiche dirette ·degìi Stati, o le tecniche di incentivazione, non siano gli strumenti definitivi e decisivi per favorire lo svilu·ppo, ma certamente sono elemento oggi ca,pace di concorrere - favorendo l'insediamento ,di attività produttive sane e co11correnziali - al modificarsi dell'ambiente, per renderlo ricettivo ad ulteriori svilup·pi. Il solo fatto che il Memorandum della Co,munità critichi quelli che esso chiama « aiuti a motivazione regionale », confenna un'ottica che, di,scendendo sempre dalla indicata « ossessio,ne » concorrenziale, mette in causa talune scelte effettuate dagli Stati, quasi come cavilli e sotterfugi utilizzati per aggirare le « sacre regole » stabilite dal Trattato di Roma; non che ques,to•, in mo1ti casi, non sia vero in Europa, ma occorrerebbe che la ·CEE cl1iaramente distinguesse tra le situazioni in cui l'aiuto o l'incentivo all'indu,stria è solo un elemento co,adiuvante e non essenziale per lo svilup,po di una economia nazionale, o ancora più dell'economia comunitaria, e quelle in cui aiuti ed incentivi sono al contrario•, nel medio termine, determinanti, capaci cioè di concorrere al perseguimento dell'obiettivo .di un migliore equilibrio s 1Jaziale a vantaggio dell'intera Comunità. I più recenti documenti CEE, qt1ello sulla politica regionale e quello sulla politica industriale, contengono espliciti rinvii ai due aspetti in•cticati, a ri,p1rova del·l'unitarietà di una necessaria poli,tica con1unitaria. I ra.pporti reciproci tra politica regionale, politica industriale, politica agricola e politica sociale (di quest'ultin1-a si è discu·sso recentemente a Lussemburgo) sono troppo evidenti, e la separazione rigida e formale tra com1 petenze - che anche in sede CEE si è ri•prodotta, mt1tuata ,dalle tradizioni nazionali - mette in evidenza la sostanziale assenza di una politica unitaria della Comunità. Non è soltanto questione di strumenti e di o,rgani da rendere efficienti, o di misure singole da adottare; occorre che vi sia una intesa fra i paesi membri sugli obiettivi prioritari da assumere e sulle vie per perseguirli nel tempo. Il perseguimento degli obiettivi di svilup1 po, e in particola,re di quello in,dustriale, della Comunità, richiede un chiaro impegno politico di carattere generale. Ciò comporta la necessità di trasfo·rmare la Comuntà Europea in una realtà capace non solo di coordin.are le politiche economiche dei paesi 1nen1.bri, ma di darsi direttive politiche unitar_ie, al di là, talvolta, dei « sacri egoismi » nazio,nali. La necessità di una politica_ europea di sviluppo che si po·ng2 come 127 Bibli_oteca9inobianco

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