... Nino Novacco quali detta indu·stria è 01 ggi ,di fatto 1 prevalentemente localizzata) provocando una accentuazione -degli esistenti squilibri infracomunitari. Il livelilo medio di p·rorduttività della ço,munità potrebbe grandemente avvantaggiarsi da un 1 più rapido svilu·ppo delle sue parti 01 ggi meno avanzate. In realtà p·are a me cl1e occorra, p·ur tenendo conto delle indicate differenze ,di pro1duttiviità, e pro1prio, in fu11zio,ne di esse, pro·vvedere in via prelimi11are a rafforzare la struttura .produttiva comunitaria, rendendola forte perché meno squilibrata. Da qui la necessità che ,una politica industriale della Co1 munità, piuttosto che dis1per1dersi nell'insegui,re l'intera gamma -dei problemi elencati così mi11uziosamente e acutamente nel Memorandu1n, identifichi un tema unitario attor110 a oui far n1otare, ed a cui anco1 rare, l'in·sieme delle scelte che devo-no· essere fatte, e delle azioni che devono essere perseguite. E non è certo ·perché so,no un cittadino italiano 1 , del -p,aese cioè che in ,seno alla CEE presenta i più profondi e gravi squilibri settoriali e territoriali, che ritengo· che tale filo,ne unitario, tale tema utzificante e razionalizzante la . intera politica comitnitaria, possa e debba esser'e quello del perseguimento, di un migliore equilibrio spaziale, la cui necessità è peraltro, affermata ·dallo stesso- Memorandum, anche in grazia dei rip-etuti rinvii all'analogo documento _sulla p·olitica regionale. Non basta però dire che « politica industriale » e « po1litica regionale » debbo,no andare di p•a.ri passo 1: occorre dare una prio,rità logica, e questa non p,uò che essere in favore degli a-spetti co,nnessi alla o,rg·anizzazione e gestio11e del territo,rio 1 , e delle popolazio 1 ni che in esso risiedo,no. Anche qui, tuttavia, biso1 gna evitare di porre sullo ste1 sso- -piano ogni tipo di squilibrio, di qualunque a.mpiezz'a e di qt1alunque origine, ma chiaramente orientare l'insieme della politica comunitaria al superamento dei fondamentali e storici squilibri che trovano nel Mezzogiorno d'Italia il punto di loro massima gravità e pecularietà. In pro1 po,sito, invece, pri·ma nel docu,mento su1 lla ,politica regio 1 nale, e o·ra nel Memoran,dum sulla politica industriale, si manifesta un evidente ap,piatti 1 men 1 tò dei pro1 blemi, che risulta non so1tanto 1 ,dall'assurda ripartizione _,del territorio .della Co1 mt1nità (che, a p•rescindere da ogni co·nsiderazione sul suo fo-ndamento 1 statistico e sui paradossali risultati cui p·erviene, sembra identificare fatalmente zone .sottosvilup 1 p·ate co,n zo1 ne agrjco,le), ma anche nell'atteggiamento di fiducia quasi « teologica» che la Co,1nunità sembra manifestare nel ruolo degli interventi volti a mo,dificare le condizioni fisiche di localizzazione, piuttosto ·ch·e 11elle politiche dirette di intervento o nelle politiche di incentivi, ripetutamente criticati. Le con·dizioni di localizzazio,ne delle attività ecor1omiche, e in parti126 Bibiioteèaginobianco
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