Nino Novacco ferma, ricordo che, quando nell'attività di promozione del « polo pugliese», siamo andati in Olanda, in Belgio, in Germania e in Francia per sol1lecita•re le imp1 rese europ,ee ad inves~ire nel 1\1,ezzo,giorno, una delle ·diffico1 ltà incontrate con gli op·erato·ri di Anversa o 1 di Marsiglia o di Francoforte e di Diisseldorf, è stata quella degli incentivi - concorrenziali a quelli meridionali - offerti da talune tra le più svilup 1 pate zo,ne della Comunità, e che i11aridivano ogni stimolo a cer:ca·re n·uove localiz- . . zaz1oin1. Queste situazio,ni devono essere te11ute presen.ti, e certamente, s11 questo terreno, qualcosa do,vrà essere fatto dalle auto 1 rità co1 munitarie. Il recente ·documento della CEE, tuttavia, assume in p,roposito una posizione che non mi sento personalmente di sottoscrivere. La CEE, in sostanza, di fro,nte al proliferare degli incentivi in Euro 1pa, non distingue tra ,situazio,ni in cui gli in,cen,tivi so·no necessari per 1lo svilup·po e situazioni in cui essi non lo sono, ma si colloca in una teorica posizio,ne di contestazione della validità stessa delle politiche ·di incentivazione, soprattutto in quanto li co1 nsi1dera - in un'o 1ttica « liberista» - come un elemento che fal,sa la « co1 ncorrenza ». Questo è· astratta1nente vero. Ma la « libera co,nco,rrenza », cui si ispira il Trattato di Ro,ma, è un obiettivo da rag·giungere e non una realtà da garantire, in quanto oggi, nella Comunità, la « ·coI1Jcorrenza » ·di fatto non esiste. Una reale conco,rrenza p•uò esistere, o, meglio, esi,sterà nella Comunità, nella misura in cui essa si 01 rienterà, come previsto, dai Trattati, al sup,eramento degli squilibri; tale superamento diviene perciò, a mio avviso, l'elemento unificante di u,na necessaria po,litica co,munitaria, che voglia tenere conto i11modo realistico dei problemi di fon·do che ci stanno 1 di fro,nte. I meri 1dio,nalisti hanno creduto e credono nella prospettiva europea; essi non hanno· mai vi1sto, il problema -del Mezzogiorno come un problema di svilup,po lo,ca,le, bensì come un problema di inserimen,to del Mezzogiorno nell'eco,nomia italiana e comunitaria. Non ,c'è iniziativa industriale nel Mezzogiorno che non ven,ga oggi esaminata in un'ottica europea, cioè in uria prospettiva ,chiara di con,correnza. Ma 01ccorre sottolineare ch·e prop,rio ,da questo ,p,unto di vista le politiche proposte dalla CEE per i tre tipi di zone da essa definite, non so1 ddisfano, in quanto metto-no l'accento più sui p,ro,blemi di ulterio,re industrializzazione ed integrazione delle aree avanzate, che sui pro·blemi delle altre a•ree, e ·soprattutto, non ,suggeri 1scono soluzioni valide per le aree definite agrico 1 le, cui è assimilato l'intero Mezzo,giorno•. Le p·roposte ,di ,p,olitica suggerite nel ·documento, co,munque, ap,p-aio,no ispirate a•d u-na co·ncezio,n.e che noi stessi in Italia abbiamo· -co,nosciuto, e su1 pera to•. In torno al 19 50, negli a11ni in cui nasceva la « Cassa p·er il 122 ~ibiiotecaginobianco
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