Monza settant'anni fa 7. Queste note mancherebbero di completezza se non si conchiudessero con la stupenda pagina scritta da Giustino Fortunato a commento del regicidio : « Vi è tuttora in Italia, co,ne ai ternpi del principe Amleto di Danimarca, qualcosa di marcio? Ahimé sì. Il mondo antico vive ancora fra noi, e troppo a lungo siamo rimasti gli uomini del passato. QiLel 111ondo sparì in tutta Eitropa con lo sparire del medio evo; ma risorse fra noi, dagli i11izi del Quattrocento, nelle identiche condizioni di prima, quanturique sotto altra forma: quella di un impero spirititale eh.e ci rese, senza patria e senza fede, estranei a que' moti di nuova civiltà, da cui nacqu.ero gli Stati laici e le pacifiche società presenti. Risorse e si perpetuò nelle sedizioni intestine, nelle tirannie locali, nel diritto della forza e, quindi, nel regno della violenza privata, nella 1nancanza d'ogni spirito collettivo, 11ellapratica della frode, della vendetta, dell'assassinio. Allorché, diLrante il Cinquecento, nacqitero per tutta Europa le grandi monarchie, fondate su la disciplina militare e sorrette dalla idea della giu.stizia, la sola Italia, lacera e dispersa, guasta negl'istitilti e ra111111ollitanel costu.me, sottoposta alla egemonia dei papi, che pure n1antenendola divisa, non bastarono a proteggerla, la sola Italia fu venduta all'asta pubblica, e per trecento lunghi anni patì l'obbrobrio e il danno della don1inazione straniera. Il Risorgimento fu opera di un miracolo, e da que' giorni noi ci troviamo in itn periodo transitorio. Eravamo ancora, nel 1860, sul limitare del medio evo, qitando, di botto, fiLmmo cacciati nell'età moderna: o nieglio, le due età si incontrarono a un tratto, si mescolarono, si confiLsero nel modo più singolare e per via de' più stridenti co11trasti. N essu.n paese, perciò, è più arretrato del nostro nel sentimento della libertà. Qtlale è il concetto dell'itomo libero secondo il nostro vecchio credo? No11 di uno che sia pari a z,1,11altro, e con1e un altro soggetto a una stessa legge, ma di uno che sia arbitro di sé e abbia, a un tempo, potestà sugli altri. È libero, è signore di sé chi solo può comandare, c/1.i solo può non obbedire. Ecco in qital modo, se sian10 il popolo più individualista, siamo pure il più autoritario che sia nel mondo civile: autoritario sino alle midolla per eredità, per editcazione, per ambiente. O servi o padroni, con la istigazione nel sangue o alla sedizione o alla prepotenza, conforme al prim.itivo assoluto diritto della perso11a, cui spetti farsi giustizia da sé. Questi i germi del passato, che ci scorrono tuttora nelle vene; un passato di vera anarchia, poi che nessun popolo è stato mai abituato, da secoli, alla licenza, .alla i1npu11ità, al regime di favore, a tutto ciò che è dissoluzione, non organizzazione sociale. e politica. E se l'Italia non vuole, prima 117 Bi biiotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==