•- .. Monza settant'anni fa blica. Bismark conosceva queste sue debolezze e no11 mancò di secondarle. Rappresentò sempre alla nostra diplo1nazia cortigiana la Francia come avida di trapiantare in Italia la repitbblica. Un1berto ... non era uomo di troppo fine giu.d'izio. Egli seguiva docilmente le suggestioni dei suoi facili timori e delle site preferenze politiche. La Francia non godeva la simpatia della sua Casa e si gettò nelle braccia dei due Iniperi. Così nacque la Triplice: dapprincipio non volitta dagli stessi ministri di Umberto; anzi osteggiata da Depretis e malvista da Mancini. .. La Triplice comportava l'egemonia in Eitropa della Germania e l'abbandono dei Balcan.i alla monarchia Aitstro-Ungarica. Ad altro patto le d'ue potenze· principali non avrebbero cercato l'adesione llell'Italia. Per il nostro Paese la Triplice includeva soltanto la rinunzia da parte delle altre due potenze a sollevare la così detta questione romana e a tollerare che altri la sollevasse ... Il principe di Bis1nark aveva detto il 17 novembre 1882, alla tribuna del Reichstag, che egli non dava un_ soldo per l'avvenire della n1onarchia italiana e che questo paese si prep·arava alla repubblica. Era una grossa 1nalizia per costringere Umberto a entrare nell'alleanza d·ei due Imperi. Ci voleva rrzolto meno per accalappiare Umberto. Q_uesto re non vide nell'alleanza se non il sito trono e l'avvenire della monarchia assicurato » 10• 5. Negli ultimi an11i del secolo, il malcontento co-ntro la monarchia aveva assunto proporzioni allarmanti. Sonnino, fervido assertore della politica umbertina, scriveva in preda al panico: « Il malcontento politico cresce e si diffonde; l'amministrazione della giustizia ha perduto prestigio presso le popolazioni; e intanto la instabilità politica dei n1inisteri che vertiginosaniente si stlccedono al potere, rende quasi impossibile qualunque opera continuata di rif or111ee contribuisce a scuotere ogni fede n.elle istituzioni » 11 • Questo stato d'animo si manifestò nella forma violenta delle insurrezioni popolari, cui il potere centrale 11o·nseppe altro opporre se non i moschetti degli stati d'assedio, le patrie galere, i domicilii coatti e le leggi liberticide. Ma ben altro ci voleva, giacché, come osservava un insigne contemporaneo, Antonio De Viti De Marco: « le agitazio11i politiche del Mezzogiorno, occasionate dal rincaro eccezionale del pane e dalla mancanza di lavoro, cioè dalla estrema povertà e dalla mancanza. di capitali per occuparla, hanno avuto un epilogo inaspettato nell'insurrezione di Milano, che ha carattere politico. Questa circostanza ha tur10 A. LABRIOLA, Op. cit. a nota 6, p. 152. 11 S. SONNINO, Quid agendum?, in << Nuova Antologia », 1900, V, p. 343. 113 Bibliotecaginobianco
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