Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

.. Antonino Répaci sicuramente da motivi non occasionali è tanto ·meno· personali, da esclu-- dersi a priori pro,prio per il caso del re Umberto I, che agli occhi dei contemporanei non poteva indubbiamente apparire quale un bieco tiranno assetato di sangue, che si compiacesse di esibizionismi e di clamorose affermazioni del proprio imperio. Il gesto di Bresci ha un significato e una portata più profondi: è l'anima del popolo italiano che, priva di altri mezzi, dice « no » al potere regio; è la ribellione contro il potere, la protesta co,ntro il sistema, la ribellione e la protesta nella sua forma più primitiva e immediata: l'assassinio. Fu u11gesto individuale; ma non un gesto isolato: un popolo incapace e immaturo alla rivolt1zione ha inconsciamente armato il braccio dell'attentatore, che di quel popolo si è, più o meno legittimamente, più o meno arbitrariamente, autoproclamato simbolo e vindice, per far sentire la sua esistenza, le sue sofferenze, la st1a esasperazione. Nella persona dell'anarchico assassino e giustiziere si accumulano e si sprigionano decenni di miserie, di umiliazioni, di rancori, si accumula e si sprigiona il risentimento per le speranze deluse da parte di un popolo che, dopo secoli di servaggio, aveva ingenuamente creduto di trovare nella nuova casa regnante il paladino della propria emancipazione e della propria resurrezione alla dignità _di compagine nazionale, e ne era rimasto crudelmente ingannato. È superfluo rilevare che le considerazioni fin qui fatte non concernono tanto• la persona del sovrano, di per sé insignificante e sproporzionata all'evento di cui rimase vittima, quanto il sistema. Ben lungi dall'intessere l'apoteosi di Gaetano Bresci, chi scrive intende unicamente metterne a nudo i moventi, riconoscendo che egli pure fu vittima, non meno e forse più del sovrano stesso, di una situazione insostenibile, nella quale era in giuoco, in una partita tragica, il destino ,del paese. Sotto questo profilo il gesto di Bresci fu una soluzione dolorosa, umiliante, ma forse l'unica possibile, da parte di un popolo cui erano preclusi o erano stati sottratti altri mezzi. 11 gesto di Bresci, nella sua inconsideratezza, e p·roprio in essa, esprime questo torbido e oscuro stato d'animo· collettivo e rivela un barlume di quell'anima nazionale che non acquisterà piena consapevolezza di sé medesima, se non quando, quarantacinque anni •do·po, e a seguito, di inenarrabili so,fferenze, saprà assurgere a estrema giustiziera con i plotoni di esecuzione di Piazzale Loreto. ·, 2. Si deve a uno scrittore fascista, Nello Quilici, una prima, esatta impostazione della problematica concernente il regno· di Umberto I : « Per fortuna o per disgrazia, il Re era pessimamente servito. Invece del 106 Bibiiotecaginobianco

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