Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

Mirella Galdenzi Capobianco - Antonio Jannazzo tura letteraria possano calarsi gli elementi costruttivi •del reale, il senso e gli affetti della esistenza. Nella lettura di Giancarlo Ro1scioni è quest9 tema del groviglio 1 che può rap,presentare la verifica unitaria delle ip·otesi ·che analiticamente si formulano, di volta in volta, nel corso dei diversi ap-procci. Infatti la centralità del momento del groviglio non registra soltanto il termine di una dialettica conoscitiva, piuttosto quello ,di una dialettica morale. La presa di coscienza è se1npre arbitraria e deformante: l'esito, nel mondo vissuto, si manifesta in una scissione irreparabile, in una contraddizione esistenziale: l'io che nega se stesso e continuamente si ripropone è contemporaneamente caricato di bene e di male, ·di stupidità e di lucida co,scienza, è protagonista e spettatore: il groviglio dell'essere, ,per questa via, p·uò risolversi nei deliri schizofrenici ·di Gonzalo, nutriti della cognizione del •dolore di un'esistenza che sfugge tenacem·ente ad ogni principio ordinatore. MIRELLA GALDENZI CAPOBIANCO Il barometro dello storico In una lettera a Virgilio Titone del 9 aprile 1934, Benedetto Croce esprimeva le ·sue perplessità nei confronti di. ogni visione della storia che procedesse per fasi generali e attraverso una successio-ne di momenti posti « nella natura delle cose, fuo,ri della partecipazione dell'individuo, che può starsene a contemplare ed aspettar che passi la pioggia e torni il sole ». Queste fasi e questi momenti ap,parivano al filo,sofo napoletano pericolosi, perché potevano trasformarsi in una sorta di alone mistico aleggiante spra l'individuo e consegnare lo storico al ruolo ,di controllore di ·un barometro sociale lento nei movimenti. Anche Adolfo Omodeo, lo storico idealista che si era trovato vicino a Croce negli anni della dittatura fascista, riprende il medesimo tema riferendolo, in particolare, ali'« ossessione » della storiografia francese per le grandi caratterizzazioni di sfondo e le pitture generalizzanti, immensi quadri in cuj il centro dell'azione _storica si sposta sui soggetti collettivi ---- po1 polo,, razza, classe - e il concreto rischia di stem,perarsi all'eccesso, immerso in formule naturalistiche. Fernand Braudel, professore al Collège de France e animatore delle Annales attorno a cui ruota la storiografia più giovane e vivace d'Europa, riprop·o·ne in un suo recente volumetto, Ecrits sur l'histoire (Flammarion, Paris, 1969), quei temi che i ,due stu·diosi italiani avevano iscritto tra i mom·enti negativi della ricerca storica. E li ripropone collegandosi chiaramente alla cultura storiografica francese, ma in una fase storica problematica come quella attuale che sente maggiormente il peso della storia « mort_a » e dei condizionamenti e che, quindi, è più disposta ad ascoltare un discorso sulle permanenze e su ciò « che non passa » facilmente. Il fascino della scuola delle An100 Bibiiotec·aginobianco

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