I .. Mirella Galdenzi Capobianco È via difficile, ed è quella che si percorre ne La disarmonia prestabilita (Torino, Einaudi 1969), una lettura gaddiana di Giancarlo Roscioni, carica di tensioni e stimoli metodologici, difficilmente riconducjbile ad una cifra meramente strutturalista, per quanto ne siano adoperati gli strumenti di analisi e l'intuizione di fon·do: la necessità di chiarire il tema interno e, per così dire genetico, da cui si dipartono 1 i sensi di una scrittura. L'ipotesi di p,artenza è pro1babilmente riconducibile alla formulazione di una nozione ,di romanzo, come fondazione · 1ogica; la legittimità di questo modello di lettura è comunque legata ad una esplicita misura critica: l'adozione di un metodo co,me quello della lettura « interna», può rap·p·resentare lo strumento ido•neo a far affiorare contemporaneamente, a livello di analisi di struttura, la complessità del rap,porto che lega lo• scritto,re alla sua scrittura, e questa ad un nucleo conoscitivo ed epistemico, che qualifica una tenace fede nella realtà rappresentata. Sembrerebbe gioca.re il suo peso su questa pro 1spettiva critica la suggestione della peculiare formazione dello scrittore, la vistosa compresenza delle « due culture » nella personalità di Gadda, ma più correttamente, il punto di partenza deve essere cercato nella costatazione che il procedimento logico dell'opera di Gadda tende a risolversi in una precisa individuazione dell'ipotesi (conoscitiva-morale) che lo scrittore propone alla pro·pria lettura della realtà: la cui essenza, o natura, può coincidere con la elaborazione o verifica (in questo caso sperimentata attraveriso le sue modalità linguistiche) d'una idea. Il primo capitolo de La disarmonia prestabilita, ed il titolo è già di per sé significativo, si chiama appunto « Conoscenza e ,deformazione ». Il primo momento della conoscenza è dato dalla percezione, e la prima rappresentazione del mondo avviene nominando le cose che ci circondano. Ma « nominare un oggetto ..., scrive Roiscio,ni, ... vuol dire evocare una o più delle sue modalità al di fuori delle quali esso non ha alcuna realtà» (p. 16) dove l'accento è posto sia suìla molteplicità dei modi di essere delle cose, sia sulla necessità di rendere attraverso l'espressione le diverse po,ssibili relazioni che . m esse convergono. Ma l'attenzione alle cose si carica in Gadda di valori che vanno al di 1à dell'esigenza di una naturalistica -descrizione, piuttosto ·nasce dal riconoscimento della dimerisio,ne tempo nelle cose stesse: esse sono memoria concreta, storia organica e generale di un p~ocesso che inerisce al momento umano e individuale, capaci. ,di restituire una successione di mondi, nella loro opaca o splendida cristallizzazione. « Da qui l'insistenza con cui Gadda registra la forma geometrica degli oggetti e ,degli spazi. Questo geometrismo assume aspetti diversi: ora è semplicemente analitico descrittivo, ora espressionistico ora astratto» (p. 16), adeguandosi al carattere della percezione che· le evoca. Ma occorre distinguere l'esigenza di naturalistica esattezza nella rappresentazione della realtà, co,me m·etodo per ordinare ed individuare il principio organizzativo del groviglio del reale, e la consapevolezza del carattere con .. 98 Bibliotecaginobianco
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