Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Argomenti « Molti lavori e ambienti di lavoro - osserva Mario Rossi - richiedendo una prestazione che rende impersonali, tendono a fissare i tipi caratteriali e a rendere il più possibile statica la personalità; un lavoro fatto per anni allo stesso posto, richiedendo, la stessa responsabilità, sollecitando la stessa attenzione, la stessa percezione, la stessa memoria, opera come un fattore di cristallizzazione. A questo fine si equivalgono tante volte, se non per fatica fisica, certamente per le conseguenze di irrigidimento della personalità e perdita del livello di aspirazioni, il lavoro di uno spalatore di miniera, quello di un funzionario _addetto alla registrazione dei certificati comunali, quello· di un operaio che deve inserire un pezzo ad una rotella lavorando alla catena. Che in questi soggetti non solo l'intelligenza, ma la memoria, l'atte11zione, la percezione abbiamo assunto dopo alcuni anni di lavoro 'fissazioni', e che tutti i tratti della person·alità, persistendo quelle condizioni, risultino come anchilosati, è un dato facilmente verificabile. Se si pensa, ad esempio, che la memoria poggi1 a anche su un interesse affettivo, si può capire come la faticosa monotonia di un lavoro senza affettività e interesse possa incidere su questa facoltà che sappiamo in parte svolgersi a livello della coscienza, in parte a livello sottocorticaleaffettivo. Per la stessa causa si possono avere disturbi dell'attenzione, sia nel senso di una distrazione (soggetti nevrotici) sia nel senso1 di una diminuzione dell'attenzione propria di stati confusionali. Perciò le confusioni da fatica assumono particolare importanza in ordine al rend~mento e soprattutto in ordine alla sicurezza del lavoro ». Infine vanno considerate le conseguenze dei ritn1i di lavoro. Questo non è un capitolo nuovo ·della condizione operaia, ma è un capitolo che va assumendo ogni giorno di più proporzioni drammatiche. Oggigiorno ritmi di lavoro sui 6-7-8 secondi sono la regola nella maggioranza delle fabbriche italiane e specialmente proprio nelle fabbriche a tecnologia più avanzata. Un ritmo ·di lavoro di 8 secondi vuol dire ripetere la stessa manovra 3600 volte al giorno. Un ritmo di lavoro di 6 secondi vuol dire ripetere la stessa operazione 4.800 volte al giorno: tutti i giorni, tutti i mesi, tutto l'anno. Giunti a questo punto è naturale domandarsi se per riparare a una fatica di ques•to tipo, e che risale a questo insieme co·1nplesso1 di cause, basta mangiare e dormire. . La medicina risponde di no; risponde che di fronte alla fatica moderna si deve fare appello a meccanismi di compenso molto complicati i quali investono la sfera delle atti~ità psichiche superiori, intellettuali e affettive, e che hanno attinenza con il modo generale di vivere, nel suo insieme di rapporti umani e di esplicazione delle potenziali tà dell'individuo. 93 Bibiiotecag inobianco

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