... Lucio Rosaia quisizio,ni sullo stato permanente di semifatica in cui vive l'operaio. Og·gi sappiamo che esistono due tipi di fatica (P. Bugard): una fatica fisiologica, naturale, sana, e una fatica patologica, innaturale e malsana. Si parla di fatica fisiologica soltanto nel caso di uno stato di fatica reversibile con il riposo, così co1ne in labo,rato·rio con il riposo un frammento di tessuto muscolare riacquista rapidamente la capacità contrattile esauritasi nel corso del precedente sfo,rzo. Se il riposo non è in grado di ristabilire l'equilibrio biochimico neuroorn1onale e psichico alterato dallo sforzo, siamo davanti a una fatica patologica. Qua11do si parla di fatica patologica, il pensiero corre all'immagine di un'estrema fatica muscolare, come poteva essere per esempio quella degli schiavi, che dalla fatica venivano letteralmente uccisi. Al giorno d'oggi, esempi di fatica di questo tipo sono, molto meno frequenti, e nei paesi sviluppati sono rari. Il progresso tecnologico, pri1na con la macchina e poi con l'automazione e con l'invenzione di nuove fonti di energia, ha largamente affrancato l'uo·mo dalla servitù della fatica muscolare. Tuttavia all'uomo della strada non è sfuggito che la fatica patologica è presente anche 11ella nostra civiltà tecnicame11te avanzata, o, alme110 11ella fase che noi- viviamo di una civiltà tecnica~ mente avanzata. Questa intuizione dell'uomo comune è stata confermata dalla medicina, la quale riconosce che « l'uomo moderno si è creato un mondo artificiale nel quale la sana fatica conseguente allo· sforzo episodico e bene accetto è stata sostituita da una specie di grigiore in cui egli lavora con poca resa in uno stato permanente di semifatica » (La fatica, Edizioni Geigy, 1968). Questo moderno stato di fatica è diverso dalla semplice fatica muscolare, ed è più complesso; non è uno stato semplicemente fisico·, ma nello stesso tempo 1 uno stato fisico e mentale. Anche i fattori della 1noderna fatica patologica sono contemporaneamente fattori di ordine fisico e di ordine mentale. Un primo fattore è il ritmo del lav·oro moder110. La maggioranza degli studiosi è d'accordo nel giudicare sbagliate le opi11ioni generai~ mente accettate circa la capacità di resistenza dell'organismo umano agli odierni ritmi di lavoro. « Dobbiamo porci seriamente la don1anda se un lavoro intenso, svolto durante l'arco di un anno, non sia incompatibile con i principi della fisiologia umana ... Solo nell'era della tecnica l'infaticabilità ha acquistato un grande prestigio. Nella antichità solo ad Atena veniva riconosciuto l'epiteto di instancabile .. Il lavoro quotidiano intenso e ininterrotto è una nuova accezione nella storia dell'uomo, ma non è certo se l'uomo moderno, nonostante la sua civi88 Bibiiotecaginobianco •
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