Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Argomenti di u11a rinnovata diffusione della filantropia, o il risultato della ribellione delle categorie operaie, è pro.blema che discuteranno gli sto- . rici. A noi interesserà sottolineare che, in questo momento, in Italia, la pressione delle categorie operaie per ottenere una nuova legislazione sulle fabbriche coincide con una disponibilità degli industriali maggiore che per il passato; e che questa coincidenza rap·presenta una circostanza molto favorevole per un'e,,entuale iniziativa del Governo. Sull'opportunità di tale iniziativa non ci dovrebbero essere dubbi. Infatti non si può proporre una politica sociale dei redditi e nello stesso tempo continuare a ignorare questi problemi. Né si tratta affatto di problemi settoriali, come talvolta anche uomini politici illuminati hanno mostrato di ritenere. Se la « politica dei redditi e dei prezzi » rappresenta di fatto, come scrive Sho·nfield, un « nuovo patto » tra le categorie operaie e le altre categorie produttive, questi sono problemi di fondo. Infatti quel « patto » presuppone un accordo anche sui costi che ciascuna categoria produttiva dovrà sostenere in vista dello sviluppo economico e la legislazione sulle fabbriche riguarda appunto un aspetto sostanziale dei costi che dovranno· essere sostenuti dagli • operai. Ammesso che ci si voglia muovere in questa direzione, è però dubbio che qualcosa di nuovo e di buono in materia di legislazione sulle fabbriche possa costruirsi sulla base delle idee finora prevalse in materia di infortuni e di malattie professionali. · A,ncora nel 1968 il ministro del Lavoro ha sostenuto davanti al Senato che nella prevenzione degli infortuni e delle malattie professio,nali assume prevalente e decisivo rilievo « il fattore umano rispetto· a quello ambientale» e che « in definitiva la migliore garanzia contro il rischio del lavoro è data dal grado di istruzione e di preparazione tecnica degli • o·pera1 ». Ebbene, queste sono tesi insostenibili. Da almeno un decennio, infatti, la più auto-revole ed evoluta ricerca medica ha dimostrato l'esatto contrario-. La moderna medicina ha provato l'assoluta inconsiste~za delle teorie che fanno risalire le cause ultime dell'infortunio e della malattia professionale all'ineducazione e alla negligenza dell'operaio ed ha stabilito che in realtà i fattori veramente decisivi dell'infortunio e della malattia professionale sono gli elementi ambientali. La concezione tradizionale della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, basata sui cartelloni di propaganda, sui tests attitudinali,· sulle ginnastiche di adattamento, sulle· punizioni disciplinari ecc., esce completamente squalificata dalle moderne ricerche. sui meccanismi della fatica e dalle moderne ac87 Bibiiotecaginobianco

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