Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Giornale a più voci (ferrovie, elettricità) gestite in regime di monopolio e oligopolio e in genere largamente sovvenzionate dallo Stato. Che i profitti così realizzati fossero enormi, è del resto evidente tra l'altro da uno studio ,pubblicato anni or sono - prima ancora della nazionalizzazione elettrica, che fruttò ulteriori utili - da uno studioso appartenente allo stesso gruppo Basto·gi (G. CAPODAGLIO, Storia di un investimento di capitale, « Riv. it. di studi economici », Roma, 1938). Ma venne la guerra e gli impianti idroelettrici ft1rono in gran parte distrutti (e quindi ricostruiti con il sostanziale contribt1to statale e dei fondi ERP); venne il centro-sinistra e la nazionalizzazione elettrica ed ecco l'occasione per t1n nuovo buon affare. Che il prezzo « politico » pagato per la nazionalizzazione fosse ben alto, è inutile sottolineare: tutti gli economisti e gli esperti di finanza sono su ciò d'accordo, ma è inutile parlarne più. Cosa fatta capo ha e se i risultati non sono stati proporzionati alle somme erogate e ancora -da erogare è compito degli eco,no,misti futuri di giudicare ... Ma veniamo ·al punto. I capitali che afflui,sco-no alle società ex elettriche per le rate annualmente versate dall'ENEL, in virtù della legge di nazionalizzazion·e, dovrebbero logicamente venire impiegati per nuove attività industriali, ma segnatamente in investimenti produttivi e tali da colmare, per esempio, il .divario tra Nord e Sud. Ciò vale almeno per quelle società 1neridionali i cui proventi derivano dagli impianti nazionalizzati ·costruiti nel Sud ed ancor più se tali società sono sotto controllo pub,blico.. Perché è bensì vero che gli investimenti devono essere ben studiati, ben ponderati e tali da avere un'alta redditività, ma è altrettanto vero che è un defrauda~e il Mezzogiorno quando i soldi del riscatto degli impianti idroelettrici della Sila o dell'Appennino meridionale vanno a finanziare imprese settentrionali. Ma - e qui viene il bello - quali imp·rese? Se la società moderna ha bisogno di infrastrutture (ferrovie, elettricità, autostrade) l'uomo ha bisogno di nutrirsi, di mangiare: è un bisogno ancor primordiale. E perciò chi era abituato a vendere energia in regime di monopolio, come il tabaccaio vende francobolli e sigarette, non ha lo spirito i·m·prenditoriale adatto ,per studiare e per intraprendere attività competitive ( è stata questa, sia 1detto tra parentesi, la tragedia di un Valerio), e quindi ripiega sul cibo, pensando - forse un po' rozzamente - che mangiare si dovrà sempre, avvenga quel che avvenga. Ed ecco perciò la Centrale, pren.dere partecipazioni nel settore dei «conservieri», ,dove però una certa concorrenza esiste e quindi si possono perdere quattrini se non si -sa fare l'industriale in regime di m-ercato, come è accaduto; ed ecco che la SME prende le sue part·ecipazioni nella Alemagna, nella Motta, nei Supermercati e nei Surgelati, dopo aver fatto i più cauti calcoli che gli investimenti daranno il massimo reddito, ma senza porsi il problema che è politico, e cioè morale, di sapere di chi sono i danari investiti e, fatta salva la buona gestione, nell'interesse di chi si devono investire i danari che i contribuenti pagano col loro duro lavoro. Pertanto i1 l discoriso qui si chiude - se altri no1 n sa o non vuole aprirlo 81 Bibiiotecag inobianco

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