Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

. ,. Giornale a più voci politica napoletana, negli anni cinquanta, gli elementi di un grottesco equilibrio politico che aveva visto un partito di avventurieri avvalersi dell'appoggio di un partito di tradizione popolare come la DC. Nel febbraio 1958 una prima svolta apprezzabile. Il ministro dell'Interno, on. Tambroni, visti i risultati di una dettagliata inchiesta finanziaria, decreta lo scioglimento del Consiglio co,munale di Napoli. Questo scioglimento avviene pochi mesi dopo un memorabile scambio di lettere tra l'on. Segni, presidente del Consiglio, e il sin,daco Lauro sul modo di concepire la politica finanziaria e la gestione di un Ente Locale. L'opinione pub1blica più avvertita della necessità di accelerare la liquidazione, del !aurismo, come teoria e pratica amn1inistrativa, trasse un primo respiro di sollievo. Il Centro culturale del Movimento Comunità indisse un convegno per illustrare la situazione dell'edilizia e dell'urbanistica napoletana dopo sei anni di !aurismo. La Società di Storia Patria votò t1n ordine del giorno di allarme e ,di riprovazione per la devastazione che era stata fatta del patrimonio storico della città, per la deturpazione del suo volto. Le reclamizzate capacità politico-amministrative della destra monarcl1ico-fascista subirono un energico ridimensionamento, ma sarebbe sem·plicistico pensare che questo drastico ridimensionamento poteva bastare, da solo, a sco·nfiggerle. Il fenomeno Lauro, se pure germogliato dall'arretratezza civile ed economica della città, non poteva più consi 1 derarsi un fenomeno « napoletano», territorialmente limitato. Dietro, a sorreggerlo, c'era un preciso disegno della destra economica italiana che, per condizionare meglio la vita politica del paese, aveva bisogno di un « Malagodi al Nord» e di « un Lauro al S•ud ». Così come pure la destra politica italiana e la destra politica d~lla DC avevano bisogno di patteggiare in Parlamento i voti dei deputati monarchici per attuare i loro progetti di restaurazione autoritaria e di apertura a destra. Ecco perché la lotta a Lauro fu, in sede napoletana, particolarn1ente lunga e ·difficile, e lunga e difficile fu l'azione degli ambienti democratici per liberare per sempre Napoli ·dalle consorterie, affinché fosse finalmente amministrata dai partiti. Dopo lo scioglimento del Consiglio comunale attuato da Ta1nbroni nel febbraio 1958, le urne co,n1inciano ad essere più avare di voti per Lauro, che scende progressivamente dal boo1n del '52 e del '56 (rispettivamente 147.533 e 276.599 voti) a 201.522 nel '60, 176.788 nel '62 e 48.338 nel '64. La DC è il partito, che si avvantaggia maggiormente del calo laurino, ma i partiti democratici non riescono a costituire un'alternativa. Dal '58 al '64 la città vive altri sei anni di oscurantismo e ,di isolamento, tra un'altalena penosa di amministrazioni effi1nere (D·C-Lauro) e di gestioni commissariali. Basti ricordare che dal 21 dicembre '57 al 12 gennaio '58 la Giunta corriunale fu presieduta dall'assessore anziano Alberto Serino, avendo Lauro dichiarato forfait dopo il carteggio col presidente del Consiglio Segni. Dal 13 gennaio al 13 febbraio '58, esattamente per un· mese, a capo dell'Amministrazione comu-hale fu Nicola Sansanelli; seguì il triennio del commissario straordinario A,lfredo Correra (dal 13 feb,braio '58 al 13 febb,raio '61). Ci fu 75 Bibliotecaginobianco

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