Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Pietro Lanzara la distinzione fon,damentale fra la psiconevrosi, in cui pure si ha un'attenuazione del senso della realtà, della « funzione del reale», e la psicosi, sta in questo (e facciamo debito al p~ofessor Cesar~ Musatti della spiegazione, che speriamo di espr.imere il più cor-rettamente possibile): che nella prima il fenomeno primario è la rimozione, alla quale subentra poi il distacco dalla realtà, determinato dal fatto che la rimo,zione no.n riesce nel suo scopo perché parzialmente sopraffatta ,dalle fo1 rmazioni di com·promesso dei sintomi nevrotici; mentre nella psicosi il fatto primario è il distacco dalla realtà, ma la realtà insopportabile viene annullata e in suo luogo l'ammalato ne costruisce un'altra migliore. Il soggetto ritira la carica libidica dalla realtà, ma le immagini costruite in sogno (allucinazioni oniriche) per effetto della psicosi (deliri allucinatori) o, nel nostro caso, della droga (allucinazioni psichedeliche) si sostituiscono a quella realtà'I Abolita la realtà, il rap·presentano, lo psicogeno, ne acqui 1sta il carattere. « Il sogno è reale finché non ci svegliamo e non possiamo contrapporlo alla realtà». Possiamo azzardare una conclusione, sulla quale ritorneremo tra breve come veicolo per un'ulteriore ipotesi: le allucinazioni psichedeliche determinano un ritiro della libido oggettuale a favore di quella narcisistica. Ma, nello stesso tempo, la droga, come mostrano l'haschisch e la marijuana, crea degli individui pigri, rassegnati, apatici, e, al limite, degli aprassici, in·dividui incapaci, cioè, di ·oggettivare la propria esistenza corporal1e, capaci solo di essere il proprio corpo, ma non di possederlo. Allo stesso modo in cui l'ammalato .psichico può giungere all'amenza. Ora, se si pensa che alla base del narcisismo sta il « fascino di ogni estensione di sé, del proprio corpo» (Narciso ·si innamora della propria immagine riflessa nell'acqua) ·e che il nome deriva da « naroosis », « torpore», e se si collega questo concetto con quello delle variazioni delle immagini del corpo, si potranno ricavare immediate folgorazioni dal se·guente passo di Marshall McLuhan: « Dob,biamo intorpidire il nostro sistema nervoso centrale ogni volta che viene esteso e scoperto; altrimenti moriremmo. Perciò l'era dell'angoscia e dei media elettrici è anche l'era dell'inconscio e dell'apatia. Ma è anche palesemente l'era della consapevolezza dell'inconscio. Una volta intorpidito strategicamente il nostro sistema nervoso ce•ntrale, i compiti della consapevolezza e dell'ordine sono affidati alla vita fisica dell'uomo, il quale di conseguenza ha per Ja prima volta com,preso che la tecnologia è un'estensione del suo corpo>>. Ma allora, chiudendo il sillogismo, se la « tecnologia è un'estensio11e del corpo » si spiegherebbe perché, secondo le parole di Auden da noi citate, « il fine principale di ogni società progredita» non si riferisce oggi « agli esseri umani come persone e cittadini, ma agli esseri umani in quanto corpi». E si potrebbe pienamente concordare con Peter Laurie~ inglese, autore di una inchiesta sulla droga, quando afferma: « dovremmo cercare di considerare l'u,so di droghe come un risultato inevitabile del progresso tecnico. Man mano che dei mali sociali maggiori vengono rimossi, ne emergono altri minori. L'abuso ,di droghe è uno di questi». I PIETRO LANZARA 72 Bibiiotecaginobianco •

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