Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Giornale a più voci zione (oggi l'uomo ha la certezz·a di non potere cambiare il mondo, ma soltanto di poterlo distruggere, e l'unico conflitto .ideologico veramente rivoluzionario è probabilmente quello centrato sul tema dell'uguaglianza razziale), la giovane generazione avverte « rousiseaui 1anamente », e meglio di ogn.i altra, la « coscienza sociale» come « causa di un sentimento di coLpa ». Con un processo di splitting (nella misura in cui la « società» è cattiva, « io» sono buono) l'aggressività viene proiettata all'esterno, e il sentimento di colpa equiparato agli oggetti esterni « cattivi »f in primo luogo alle istituzioni, contro i qu·ali viene mobilitata e i1ndirizzata, con t1na duplice funzione, l'azione dello stupefacente: una funzione distruttrice (con,tro gli oggetti stessi) ~ una funzione ri'paratrice (sostitutiva degli oggetti « buoni », amati, che sono carenti). Più semplicemente, la droga ra4J'presenta una comipensazione più o meno inconscia degli ideali perduti in conseg~·a e in connessione al diffonderisi ,dello « spettro del potere razionale dell'uomo », che si è frammentato e « separato dall'immaginazio,ne richiudendosi in se stesso come in. una struttura ,d'acciaio». Il binomio droga-gioventù, laddove esso assume caratteri sociologicamente rilevanti, presenta alcune componenti p1 ressoché costanti: il tribalismo, il comunitari 1 smo utopico (divisione 1di tutto con tutti), l'anti-intellettualismo, il misticismo. Quest'ultimo, che potremmo ,definire la com·ponente religiosa, non è, .in verità, esclusivo del nostro tem·po e della nostra società: come ha posto bene in evidenza l'Essai sur l'expérience hallucino·gène del gruppo Mandala (termine che designa in sanscrito, un diagram.ma visuale adiuvante in certe esperiienze •d'estasi) l'.tllso ·degli allucinogeni, che si tratti del « peyotl », della « ay,a huasca », della « kava » delle società primitive del Nord Est asiatico, dell'America o dell'Africa, ovvero dell'LSD, si svolge sempre in un. contesto sacro, rituale e cerimoniale. Lo stesso termine « psichedelico » significa letteraln1en te « che manifesta lo spirito ». In alcuni paesi, poi, l'esperienza si colora di note p·articolari: negli Stati Uniti, ad esempio, di un « tolstoiano » ritorno alla terra tipico delle comunità l1ippies ( « Back to the land », amore per la pro·pria zolla di terra). La stessa preferenza che i giovani accordano, accanto ai •derivati della canapa indiana, ·alle sostanze allucinogene, ad esclusione ,delle hard drugs, (come l'oppio, la morfina, l'eroina), alle sostanze, cioè, che ·allargano e acuiscono la percezione dei suoni, dei colori, degli stimoli fisici, riveste una singolare import,anz·a ai fini di un collegamento droga-psicosi. Ogni forma di p·sicosi (come pure il ricorso alla~ ·droga) è dovuta ·a un conflitto con la realtà e a un distacco affettivo (libi,dico) dalla realtà. « Il tossicoman,e come tale non è uno psicotico» ha scritto il professore Em.ilio Servadio, p·ur ricord·ando come si possa classi,ficare la tossicomania fra le « psicosi marginali». L'LSD, a sua volta, determina, però, manifestazioni parzialmente simili alla scl1izofrenia e può provocare casi di ·psicosi permanente. Le allucinazioni psichedeliche, come rappresentazioni simboliche degli effetti che si vorrebbero produrre, non divergono molto, funzionalmente, dai deliri allucinatori della psicosi (e neppure ,dalle allucinazioni oniriche). Infatti: 71 Bibiiotecag inobianco -

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