.. Editoriale Ma proprio perciò le question.i che hanno diviso o che potrebbero dividere la maggiora11za devono essere affrontate - or.a che questa maggioranza è stata confortata da un voto per la sotidarietà democratica e per la stabilità politica come quello espresso il 7 giugno - con grande senso della misura da parte di tutti. Il paese non ha votato per Preti e non ha votato per Bertoldi, non ha votato per Donat Cattin e non ha votato per Malagodi, non ha votato per la contestazione e non ha votato per la repressione, non ha votato per la repubblica conciliare e rzon ha votato per la restaurazione centrista, non ha votato per te aperture ·ambigue e n.on ha votato per le chiusure inquisitorie. Ha votato contro· il vuo,to di potere politico, ha votato per le forze che possono e devono riempirlo e che per poterlo rienipire devono dimostrarsi capaci di stare insieme e di governare insien1e. Ci si augura che il voto· del 7 giug·no possa co11tribuire a determinare il definitivo superamento della logica di contr.asti che aveva preso corpo con la scissione socialista, cl1e investiva il gioco delle correnti all'interno della DC e che sembrava dover portare a conseguenze irrimediabili. Del resto·, già con la formazione del nuovo governo organico di centro-sinistra si era fatto it11 importante passo avanti in questa direzione, o quanto meno si era riusciti ad inserire una battuta di arresto i11 quel processo di degenerazione politica che aveva avuto il suo più allarmante momento fra nove111bre e dice,nbre del '69 e che era sembrato non più controllabile dopo che nel marzo erano falliti i tentativi di Moro e di Fanfani per formare loro, i due cosiddetti « cavalli di razza» délla DC, un governo che evitasse lo sciogli1ne11to delle Camere. Si vuole ora rimettere tutto in gioco per la questione delle giitnte a Firenze e a Perugia? Sarebbe il colmo della stoltezza dopo il voto del 7 giugno. E tuttavia, la questione delle giunte è stata posta, divide i due p·artiti socialisti e divide le correnti de111ocristiane. Il problema della confor1nità dei comportamenti dei partiti rispetto agli orientamenti degli elettori, riferito alla questione delle giu11te, si definisce quindi in questi termini: a parte il fatto che è opinabile, sulla base delle norme vigenti, se le giunte regionali si possano forma re ed insediare prima che le regioni abbiano provveduto a darsi lo statuto e prima che il Parla1nento abbia dato la sua approvazione degli statuti regionali; e a parte il fatto che la questione delle giunte ha rilevanza politica non soltanto per le regioni, ma anche per le province e per· i grandi coniun.i, è sulla base degli atteggiame11ti del PSI in sede nazionale, specialmente per quanto riguarda la politica estera e per quanto riguarda la politica econon1ica e finanziaria, che si deve valutare fino a che punto la partecipazione soc~alista a giunte con i comunisti là dove 5 Bibiiotecaginobianco
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