Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

GIORNALE A PIU' VOCI Una ipotesi sulla droga Fino al 1963, il problema della droga rivestiva in Italia un rilievo assai marginale, limitato com'era a un ristretto e ben definito ambiente sociale. Oggi, che esso investe oltre centomila giovani, con punte massime .a Roma, Milano,• Firenze e Bologr1a, e si diffon,de anche nelle scuole, senza distinzione di classe e di ceto, su un solo rpt1nto tutti :sembrano d'accor-do: il fenomeno co,incide o, comunqt1e, si inquadra, in rn1a « cr!isi ·di civiltà». Ma, nel giudizio .di merito, si assiste sempre più a una curio,sa antitesi: essere pro o contro la ,droga, diventa, al limite, schierarsi per la libertà o per l'ordine ,morale, per il progresso o 1 per la ,reazione. Certo, contribuisce a questa impostazione il fatto che la droga, almeno app·arentemer1te-, rientra in una presu:nta, crescente « facilità di costumi », di cui la libertà sessuale costituisce un altro aspetto, e si inserisce, senza trop 1 po sforzo, n,egli schemi della ·protesta e della contestazione del sistema. La mobilitazio,ne dell'opinione pub·blica e dei poteri pub1 blici porta così, da una parte, ad un appello passionale, emotivo, alla repressione indiscr.imi 1 nata, e, dall'altra, alla richiesta di una liberalizzazione dell'uso degli stupefacenti, perlomeno delle sof t drugs, quelle, cioè che non determin,ano assuefazio•ne. In questi termini, il proble111a diviene irrisolvibile. La strada della repressione, quando si pensi alle vittime del fumo, dell'alcool, ai danni di t1na civiltà che avvelena l'acqua e l'ariai, può ,apparire un alibi, un cavallo di battaglia ideale per gli spiriti più conservatori che inten,do,no risparmiarsi un esame ·di coscienza e la confessione di molti fallimenti. La richiesta di liberalizzazione rappresenta •un alibi altrettanto efficace per chi voglia evitare la fatica di alzare u11 ,dito. In realtà, ogni indagine seria esige la dissociazione del proprio oggetto da tutti i tabù morali: Dio e diavolo, male e bene, i ·protagonisti del sacro, devono restarne esclusi. Se restiamo, perciò, al ,profano, i ,poli del co,ntrasto em.ergo,no con chiarezza: interesse .della società a garantire la salute fisica e morale dei propri membri e, all'opposto, principio della libera ,disponibili;tà della .prop•ria persona. Il diritto positivo, nel nostro paese, acuisce il contrasto. La cl1ia,ve di volta è nella legge numero 1041 del 21 ottobre 1954, relativa alla « disciplina delle produzioni, del commercio e ,dell'impiego degli stupefacenti ». All'articolo 6 essa stabilisce che « chiunque senza autorizzazione acquisti, venda, ceda, esporti, importi, passi in transito, procuri ad altri, imp,ieghi o comunque _,detenga sostanze o preparati indicati nell'elenco degli stupefacenti è punito con la reclusione_ da 3 a 8 anni e con la multa da lire 300 mila a lire 4 milioni». Con tale norma viene fissata, ad ogni effetto, una completa equip.arazione fra trafficante di droga e consumatore. Entrambi sog67 Bibiiotecag inobianco

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