·' .. I porti forti e l'Europa debole scono in ragione dell'aumento della capa,cità -della nav•e); nell'incremento della velocità (onde la possibilità di .effettuare un numero maggiore -di viaggi ,per anno) e nella riduzione d-ei tempi morti (cons-eguibile col ricoriso a particolari ·attrezzature di maneggio del carie-o ed a p·articolari .sistemi di confezionan1-en~o ,dei carichi stessi) 29 • La ,corsa al gi1 gantisimo· si è manifestata sop·rattutto nel trasporto delle rinfuse Ii,qui,de: il tonnellaggio med.io -unitario delle petroliere, ,che nel corso degli ·anni '50 si manteneva al disotto( delle 20 mila to1 nnellate, è salito intorno alle 50 mila tonnellate ma è destinato a cresc·ere ancora, dato ·che la quasi totalità -del nuovo naviglio cisterniero p·rodotto '.dai :cantieri m·ondia.li va ,dalle 80 mila to·nnellate fino ·alle ·punte massime delle ciste,rne -della serie « Universe » da 312 mila to,nnellate 30 • Nel campo -dei carichi se,cchi alla rinfusa, solo problemi tecnici ( tra questi anche il molto sp·azio occu•pato -dalle rin,fuse solide allo sbar,co o all'imbarco) c•ontengono le dimensioni delle bulk-carriers sotto la -soglia delle 100 mila tonnellate. Per qua·nto concerne la velocità, mezzi mecca11ici - p·ompe, aspiratori, nastri tras,portatori - adeguatamente potenziati ·con·sentono, che la -discarica di petroliere e porta.Jrinfuse .solide ·anche ,di elevato tonnellaggio avvenga in un temp·o pressoché pari a quello ·occorrente negli anni passati per scaricare· unità ,di tonnellaggio di gran lunga inferiore. Restava il 1 p·roblema delle me·rci varie che, per le lo-ro -dimensioni non omogenee, solitamente impegnavano per lungo tempo, una vasta gamma -di attrezzature -di bordo e di banchina e numerosa manodop-era. La soluzione è ·stata fornita dai diversi siste,mi di « unitizzazione » 1dei carichi: precon:fezionan·do, caricl1i di dim.ensio1 ni e pesi uniformi, mane 1ggiabili attraverso ·carrelli meccanici (palletts ), oppure inserendo, i carichi in cassoni ,di ,dimensioni standar29 Un'efficace sintesi sull'evoluzione dei trasporti marittimi è nel volume di LAURO MAccARONI, Navi, porti, cantieri, Milano 1967; in part. cap. IV. Si veda, altresì: SERGIO VACCÀ, Aspetti economici del progresso tecnico nel settore marittimo-portuale, Genova 1967. Rifeiimenti agli effetti del'l'evoluzione del naviglio sulle strutture por, tuali sono in quasi tutte le relaziom presentate al convegno di Bruges; più specificamente affrontano i diversi aspetti del tema, quelle di: RICHARD O. Goss, The size of ships; THOMAS THORNEURN, The function of maritime ports. The changes of structure foreseeable; A. L. LATHAM-KOENIG, The development of container transport. 30 Si parla di progetti per navi-cisterna da 400mila e più tonn. Tuttavia questa esasperata corsa al gigantismo genera aniche perplessità e -preoccupazioni, sia per le spese di attrezzature che richiede ai porti sia per i timori dei catastrofici inquinamenti marini che potrebbero derivare da sinistri a unità di così smisurate dimensioni. Una recente iniziativa parlan1entare norvergese mira a promuovere inimative internazionali per la limitazione deNe dimensioni delle petroliere. Ed è presumibile che, anche indipendentemente dall'adozione di misure siffatte, ci sia un certo spontaneo contenimento, da ,parte di società utilizzatrici, della corsa al gigantismo. 55 Bibiiotecag inobianco
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