I I porti forti e l'Europa debole del movimento portuale, già oggi così rilevante, ma anche arricchire alcuni tra gli scali maggiori çli flussi di transito internazionale che oggi difettano: ad esempio, nel traffico ,dei containers, la Gran Breta 1 gna potrebbe 1offrirsi come terminal per le rotte interoontinentaJli e pu11to di smistamento, con veloci linee-traghetto spe,cializzate, ve·rso destinazioni ulte,rio,ri sul continente o in Scan,dinavia. Per il Regno Unito, grazie alle dimensioni ,dell'a,pparato produttivo, agli effettivi 1di 1 popolazione, alla cospicua presenza sui mercati mondiali, la condizione ·d'insularità non si traduce in una condizione di periferici tà 11 • 8. Il ,problema della perifericità viene invece in ,luce allorché si passa all'esame dei sistemi portuali mediterra11ei. Non è tanto questio•ne di volume di traffico, quanto del ruolo ·continentale, europeo, che i porti mediterranei p,ossono giocare. In termini di traffico le ·cifre sono sempre imponenti: il sistema marsigliese con oltre 60 milioni di tonnellate di traffico internazionaJe; il com.plesso portuale italiano con oltre 150 milioni, sempre •oonsiderando il solo traffico internazionale. Si tratta, però, di un mo·vimento che ha una funzione prevalentemente nazionale: la facciata mediterranea della CEE smista quote limitate del movi1nento di tra11sito per l'Europa continentale 12 • Le ragioni sono eminentemente geografìcl1e: la linea di ·sp·artizione dei retroterra che possono offrire clientela ai porti europei è un po' a nord dei crinali alpini: da •ciò, 1 nota An,dré Viga,rié, il grande vantaggio dei porti •della facciata settentrionale. Ed oltre che dalla vastità del retroterra, essi traggono profitto dalla mo,lteplicità delle infrastrutture •di penetrazione e delle loro attrezzature. ' È p•resumibile ch·e una più consistente integrazione, non solo economica, ma soprattutto ,politica nell'ambit,o •della CEE potrebbe contemperare l'antago,nismo tra le due fa,cciate, stabilen,do rapporti di co,mple·menta·rità ,dei ,porti mediterran•ei e dei porti settentrionali nei confronti delle regioni continentali europee. È l'auspicio fìormulato a Bruges dal ,presidente del Consorzi,o ,del po·rto di Genova, Dagnino 13 • Ma è indiscutibile, e il •prof. Vigarié lo ha sotto11 J. MoRRISGIFFORD, Port planning in Britain, Bruges, Atti; ed ancora la relazione di sintesi di A. VIGARIÉ,cit. 12 In proposito, CALOGERO MuscARÀ, Valichi alpini e porti, in part. cap. II, Napoli, 1966; nonché di GIUSEPPEBARBIERI,/ porti d'Italia, Napoli 1959, volume conclusivo della Collana cll Ricerche di Geografia economica sui porti italiani. 13 GIUSEPPEDAGNINO, Notes scliématiques pour un rapport d'orientation sur certains problèmes de la situa~ion portua"ire italienne, Bruges, Atti. 43 Bibliotecaginobianco -
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