Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Giulio Picciotti i11senso sempre più politico, anche quando ha continuato a confluire nella D·C. È una profonda rivoluzione di cui ancora ·non si è potuto in concreto misurare la portata, ma di cui è possibile fin d'ora intuire gli sviluppi: un voto « politico » è un voto critico, sotto-- posto ad una valutazione che di volta in volta l'elettore è portato a dare. It 7 giugno non se ne sono ancora avuti sensibili effetti, a11che se per la prima volta, di fronte ad una lieve flessione della DC, il PCI ha registrato una omogenea perdita di voti in tutta Italia. La mobilità elettorale segue più lentamente le trasformazioni per quel tempo che passa dalla percezione alla coscienza della nuova realtà, che sola può determinare una perfetta identificazione de-- gli interessi profondi che muovono a votare per questo o quel partito. La persistenza di atteggiamenti elettorali risente di fatti psicologici, storici e ambientali superabili solo con una disponibilità alla revisione critica per stabilire nuovi equilibri interiori, su nuove premesse di valore. E non tutti sono disposti ad affrontare le fasi di instabilità e di crisi che tale elaborazione implica; ma anche in presenza di tale disponibilità è un lavoro che richiede tempo per le strette connessioni tra l'individuo e la società· culturale in cui vive. Occorre però dire che è un processo di acquisizione che una volta innescato, come una reazione a catena, coinvolge tutta la società. E noi siamo al punto in cui il processo sta per estendersi. - Di qui l'in1portanza di un profondo lavoro di riflessione e di ripensamento di una classe politica, troppo finora adagiata in schemi abusati e logori, per offrire conte11uti laici moderni e metodi politici alternativi ad un mondo cattolico che rifiuta ormai la confessionalità come canone di indirizzo nelle scelte temporali ed è disposto ad una profonda riconsiderazione politica. GIULIO PICCIOTTI 32 Bibliotecaginobianco

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