Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

.. Il voto dei cattolici il Concilio doveva restituire " senza macchia e sen.za ruga ", appare disorientata, incerta sul cammino, e gravata da dispute fin troppo umane... Dunque, Papa Giovanni avrebbe sbagliato la lettura dei '' segni dei tempi ", o avrebbe sbagliato le risposte? ... Ma se i cattolici soffrono con spirito debole questa crisi, se oscillano tra i due estremi dell'anarchia e della repressione, se si sgome11tano, rimpiangendo le antiche illusorie sicitrezze, come gli ebrei nella difficile libertà del deserto rinfacciavano a Mosé l'abbondanza di cui pur godevano nella schiavitù d'Egitto, è perché non si è capaci di speranza. Ha ragione il cardinale Suenens quando dice, nella recente intervista di cui si è tanto parlato, che la vera crisi del clero, la vera crisi della Chiesa è una crisi della virtù teologale della speranza: "Noi dime11tichia1no troppo spesso che siamo una Chiesa in marcia "; e, si potrebbe aggiungere, dimentichiamo che siamo una umanità in cammino, che le prove, i dolori, i confl,itti, le violenze di oggi, sono il prezzo della contrastata tiscita dal vecchio ordine, che è una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per l'approdo a un ordine nuovo. Una Chiesa senza speranza è una Chiesa che chiede continuamente conferma al presente. Per questo non può rischiare, per questo confonde la croce con la sconfitta, e i suoi trionfi con la salvezza; per questo teme il gi1idizio e le contestazione del mondo, per questo cerca di rafforzare la sila visibilità dif ende1-1dola col potere, presidiandola con i codici, servendola con le ricchezze, mortificandola nell'uniformità ». · Ed ecco un'altra rivista dei cattolici: « Ha perfettamente ragione Paolo VI - ha scritto Adriana Zarri su « Sette Giorni» 13 - a proposito della manifestazione di contestatori cattolici a Cagliari, in occasione della visita del papa. « La contestazione non serve a nulla se non procede da. un serio i1npegno cristiano. Ma siamo certi che questo impegno manchi nella zona del cosiddetto dissenso? E che proprio il dissenso non sia manifestazione di un rigore evangelico che esige più povertà, più generosità, più umiltà, anche a livello di Chiesa gerarchica? ». :È questo, dell'estendersi della « testimonianza » tutta esterna alla ecclesia, il rischio, dice,,amo, della mano sul freno alla riflessione e al progredire sulla via conciliare. . Tutte queste testimonianze nel loro fervore polemico, come il · meno appariscente lavoro di quei Vescovi che sono impegnati nel rinnovamento all'interno delle loro diocesi (ne abbiamo altre volte parlato su questa rivista) stanno a dimostrare che è in corso nel 13 « Sette giorni », 3 maggio 1970. 29 s·ibiiotecag inobianco

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