Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Giulio Picciotti tutti gli altri movin1enti politici escludendo proprio i comunisti, e ciò per affermare un superstite diritto confessionale sulle scelte politiche. I due passi della « Pacem in terris » che sono all'origine delle interpretazioni sono i seguenti. N. 159: « Gli incontri e le intese, nei vari settori dell'ordine temporale, fra credenti e quanti non credono o credono in modo non adeguato, perché aderiscono ad errori, possono essere occasioni per scoprire la verità o renderle omaggio». N. 160-161: « Va altresì tenuto presente che non si possono neppure identificare false dottrine filosofiche sulla natura, l'origi11e e il destino dell'universo e dell'uomo, con movimenti storici e finalità economiche, sociali, culturali e politiche, anche se questi movimenti sono stati originati da quelle dottrine e da esse hanno tratto e traggono tuttora ispira.zione. Giacché le dottrine, una volta elaborate e definite, rimangono sempre le stesse, mentre i movi111enti suddetti, agendo sulle situazioni storiche incessantemente evolventisi, no11 possono non subirne gli in-flussi e quindi non possono non andar soggetti a 1nutamenti anche profondi. Inoltre, chi può negare, che i11quei movimenti, nella misura in cui sono conformi ai dettami della retta ragione e si fanno interpreti delle giuste aspirazioni della persona umana, vi siano elementi meritevoli di approvazione? Pertanto può verificarsi che un q,vvicinamento o un incontro di ordine pratico, ieri ritenuto non opportuno e non fecondo, oggi invece sia tale o lo possa divenire domani ». Ebbene, proprio con11nentando questi passi, il De Rosa, nel libro più avanti citato, scrive che « evidentemente i comunisti non tennero in nessun conto il fatto che i principi posti dalla " Pacem in terris " erano generali e non avevano di mira il comunis1no se non in prospettiva, non potendosi a11coradire che il movimento comunista avesse stlbìto una profonda evoluzione rispetto alla dottrina comunista... si do1Jeva, invece, affermare che, a differenza dei 1novimenti socialisti e liberali, il movimento comunista era ancora profondamente fedele al marxismo-leninismo teorico ». Questa interpretazione restrittiva dell'autonomia del temporale (restrittiva così come la tesi opposta del « colloquio con i comunisti ») è riapparsa, del resto, nell'articolo dello stesso De Rosa su « La Civiltà cattolica» del 7 marzo di quest'anno con una argomentazione che vale riportare: « Ora, nella realtà creata - e particolarmente nell'uOmo, che ne è il culmine e la ricapitola - c'è la tendenza ad affermarsi, ad essere sempre più se stessa, e quindi ad essere da sé e per sé. Ciò significa che nell'uomo e nella realtà ·mondana c'è la tendenza a contrapporsi a Dio, a negare Dio stesso, la sua esistenza, 24 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==