Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Il voto dei cattolici si chiedeva che il partito e le organizzazioni cattoliche facessero «seriamente», cioè più integralisticamente, da sole; 4) si rivelava una attenzione alla TV (dove oggi, 1970, Sciascia dirige una delle rubriche più delicate: « Vivere i11sieme ») cu.i si rimproverava di non aver sufficientemente influenzato l'opinione pubblica. La lettura del passo dell'articolo può essere istruttiva: « Il nuovo schieramento parlame11tare consente u11asola alternativa alla formula di centro-sinistra ed è il ritorno al centrismo, sufficiente anche con l'esclusione repubblicana. Un centro-destra, necessariame11te inc[u ... dente il MSI, non appare praticamente attuabile ... In ogni modo - notava più oltre - si ha ragione di at1-spicare e di credere che la n1inaccia corrzunista induca ad una più meditata impostazione di tematiche nelle leve di opinione pubblica, a cominciare dalla TV, e, soprattittto ad un più. concorde impegno delle forze organizzatrici cattoliche. U11adelle conseguenze più importanti dell'atteggiamento della Chiesa, che i comunisti continueranno a deforma re arbitrariamente ( e nessuno potrà loro impedirlo), sarà quella di costringere la DC e le forze cattoliche a fare serian1ente da sé sul piano della propaganda e della efficienza organizzativa in genere, mentre fino ad oggi si finiva, più o n1eno consciamente, per adagiarsi sulla 11etta barriera creata dalla gerarchia ecclesiastica ». Sarà quella del '63, comunque, l'ultima sortita 11azionale di qualche rilievo dei Comitati Civici. L'essersi posti contemporaneamente contro il n1oto della Chiesa e contro l'integrità della DC nel suo complesso ne decreterà il definitivo isolamento. Ma il Concilio non poteva 11011incidere alla lunga profondamente anche sulla Chiesa italiana. E con il Concilio la Chiesa, vuoi per la particolare condizione di grazia di cui parlano i cattolici, vuoi per il confronto diretto di tante esperienze pastorali diverse, si aprì ad una riflessione sulla autonomia dei valori mondani prima del tutto ignota. Il rapporto tra i cattolici e lo Stato, i cattolici e la politica, ne trasse una chiarificazione. h il periodo di Giovanni XXIII, di questo papa così umano, e di così diversa fortuna. I comunisti gli attribuiscono l'impostazione di un « dialogo » politico tra cattolici e comunisti, quando il dialogo aveva come suo piano, abbiamo ragione di credere, il piano. religioso nel rapporto tra credenti e non credenti (poiché altrimenti quell'impostazione avrebbe contraddetto l'affermazione dell'autonomia dei valori del mondo che nella « Pacem in terris » è delineata). D'altra parte, proprio da parte cattolica non è mancato chi, accettando l'interpretazione comunista, ha voluto limitarla a 23 s•ibiiotecag inobianco

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