Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Giulio Picciotti compatto nella n,c. La stampa cattolica il 3 maggio pubblicò la seguente « dichiarazione » della Conferenza Episcopale Italiana: « Gli Eminentissimi ed Eccellentissimi Ordinari d'Italia, ben consapevoli delle loro gravi responsabilità, confermano, in occasione delle prossime elezioni, le norme direttive già date per analoghe contingenze. In particolare ricordano al Clero e ai fedeli il loro impegno di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, e qui11di il grave obbligo: - di votare; - di esercitare il diritto di voto in conf orniità ai principi i della Religione Cattolica ed ai decreti della Chiesa e per il pieno rispetto del suo giusto diritto; - di essere uniti nel voto per costituire un valido argine ai gravissimi pericoli che tuttora gravano sulla vita cristiana del Paese. Tutti i Parroci rendera11no noto il presente comunicato nei modi che verranrzo stabiliti dagli Eminentissimi ed Eccellentissimi Ordinari ». La stampa cattolica pubblicava una nota interpretativa che spiegava ancor più chiaramente la dichiarazione vescovile, facendo riferimento diretto ai singoli partiti che operano nella scena politica italiana. La nota si soffermava sull'obbligo dei cattolici di negare il voto « al comunisnzo e al socialismo più volte condannati da Encicliche Pontificie e Decreti della Santa Sede, entrambi colpiti dalla scomunica che su di loro pesa sin dal luglio 1949 ». Subito appresso, si precisava che il monito della Conferenza Episcopale di « dare il voto in conformità ai principii della religione e ai decreti della Chiesa » esigeva « un attento vaglio degli altri partiti in lizza». E questo vaglio port~va né più né meno ad escludere tutti indistintamente i partiti e le correnti politiche italiane ad eccezione della Democrazia Cristiana. Veniva confermata infatti, anzitutto, la condanna dei principii liberali: « Non occorre ricordare conie, fin dal 1864 con la Enciclica "Quanta Cura" di Pio IX, e poi con Leone XIII e con S. Pio X, sia stata condannata la dottrina del Liberalismo ». Altrettanto rigoroso era il veto contro i partiti di democrazia laica: « I partiti che prof essano il " laicismo ", sotto qualsiasi forma e con qualsiasi tendenza si presentino, so11.oriprovati in virtù della co11danna di questa dottrina, negatrice di diritti fondamentali della Chiesa, fatta già dal Concilio Vaticano ». La nota continuava: « Neppure si può far credito a quei partiti che, pur confessando f armale ossequio alla Chiesa, si appoggiano a principi di violenza, o sono inquinati di anticlericalismo, o seguono opinioni e teorie contrarie a quelle della Chiesa sugli argomenti del matrimonio, della scuola, della stampa, della morale, del 18 Bibiiotecag inobianco

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