Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Il voto dei cattolici zati i cattolici dalla gerarchia. Anzi, furono vietate altre scelte: l'« Osservatore romano » scrisse il 2 gennaio '45: « siamo autorizzati a dichiarare che i prirLcipi e le tendenze della cosiddetta " sinistra cristiana ,, non sono conformi agli insegnamenti della Chiesa e quindi coloro che li promuovono non hanno diritto di parlare con1e rappresentanti del pensiero cristiarzo e tanto meno di pretendere che quei cattolici i qi,ali vogliono il vero bene del popolo, debbano aderire al loro niovimento ». Nota in proposito Giuseppe De Rosa S. J. 1 che « gli uomini della sinistra cristiana, sul loro organo "Voce operaia", chiesero che venissero indicati i punti dottrinali e progràmmatici del loro partito che fossero in contrasto con la dottrina cattolica, ma non ,,ennero accontentati; si trattava », aggiunse De Rosa, « di deviazioni dottrinali e programmatiche abbastanza evidenti, non potendo un cattolico far propri né il materialismo storico, né la lotta di classe, né la violenza come metodo d'azione ». Nell'agosto, sempre del '45, la Sacra Congregazione Concistoriale aveva inviato ai vescovi italiani t1na circolare in cui li invitava a irendere noto ai fedeli che « i cattolici possono dare il voto soltanto a qitei candidati o a quella lista di candidati, di cui han110 la certezza che rispetteranno e difenderanno l'osservanza della legge divina e i diritti della religione e della Chiesa nella vita privata e pubblica » 2 • La stessa circolare venne ripetuta alla vigilia delle elezioni politiche del '48, ma quello che va notato è come, fin dall'indomani della liberazione, quando la DC era al Governo con gli altri membri del C.L.N. e no11vi erano stati l'irrigidimento dei rapporti internazionali e l'urto drammatico col PCI, la gerarchia indicasse la DC come l'unico partito designato a raccogliere il voto dei cattolici. Del resto, il diretto interesse alle vicende politiche interne del paese fu autorevolmente riaffermato nel '48 dallo stesso Pio XII, nel discorso del 10 marzo ai parroci e ai q_uaresimalisti di Roma: « È vostro diritto e dovere attirare l'attenzione dei fedeli sulla straordinaria importanza delle prossime elezioni ... come potrebbe la Chiesa rimanere indifferente alla composizione di un Parlamento al quale la costituzione dà il potere di legiferare in materie che riguardano così direttamente i più alti interessi religiosi e le condizioni di vita della Chiesa stessa in Italia? ... È evidente che la voce della coscienza impone ad ogni sincero cattolico di dare il proprio voto a quei candidati o a quelle liste di candidati che offrono garanzie veramente sufficienti per la tutel~ dei diritti di Dio e delle t GIUSEPPE DE ROSA S. J., Chiesa e comunismo in Italia. Ed. Coines, Roma 1970. 2 GIUSEPPE DE ROSA, op. cit. . 15 Bibiiotecaginobianco -

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