, , Francesco Compagna . un lontano conflitto, è anche vero che altre potenze hanno avuto ·e sembra abbiano ancora interesse a coinvolgerli. _D'altra parte, ammesso che una capitolazione degli Stati Uniti: sia possibile, tale capitolazione o anche la pretesa di 11na capitolazione degli Stati Uniti potrebbe provocare nella pubblica opinione americana una reazione assai più grave di quella che si è verificata in questi giorni nelle Università contro l'intervento ai confini del C·ambogia: forse una reazione militarista, forse una reazione isolazionista, forse l'una e l'altra insieme, certo un tipo di reazione che dovrebbe preoccupare gli euro,pei. Non solo: una capitolazio-ne degli Stati Uniti, sempre ammesso che sia possibile, provocando uno spostamento degli equilibri internazionali, non· sarebbe certo tale da costituire un passo avanti verso la distensione. Queste sono considerazioni politiche, le sole che contino ai fini della pace, la quale, piaccia o non piaccia, è sempre e comunque un problema politico. E politiche sono pure le considerazio11i che si possono fare sul Medio Oriente: non in,dugerò su queste considerazioni, ma, non senza avere riaffermato che Israele è per noi un ideale, prima ancora di essere un paese, vorrei soffermarmi su un'altra considerazione che è rimasta finora troppo nell'ombra: l'ammi11istrazio·ne di Nixon non è affatto insen,sibile ·alla tentazione de1l'isolazio,nismo. Nixon ha la~ sciato intendere più volte che gli Stati Uniti potrebbero ripiegare su una linea di progressivo disimpegno, non solo in Asia, ma anche in Eu,ropa. Perciò gli euiropei che oggi si stracciano 1 le vesti per p·rotestare contro l'imperialismo americano potrebbero da un momento all'altro subire in un modo o nell'altro le conseguenze dell'isolazionismo americano. L'esperienza storica e l'analisi politica, al di là dei facili slogans di un sinistrismo di maniera, catechistico e giaculatorio, ci insegnano che la politica estera degli Stati Uniti può degenerare in senso reazionario non tanto perché imp·erialista, ma perché isolazionista. Roosevelt e Kennedy non furono certo imperiali,sti, ma i loro avversari sono sempre stati più o meno tendenzialmente isolazionisti; e l'isolazionismo che trionfò di Wilson è costato un'esperienza di dolore ai popoli europei! Da un lato, dunque, la dottrina sovietica della sovranità limitata· si ricollega allo stalinismo e rende assai poco credibile il richiamo del PCI alla dottrina delle vie nazionali· al socialismo (non a caso circola110 indiscrezioni e preoccupazioni sul futuro del « non allineamento » jugoslavo). Dall'altro lato, la politica estera degli Stati Uniti che Nixon ha definito del basso profilo, di abbassamento della voce degli Stati Uniti (la voce -d·ei Kennedy era alta!) è. una politica che si ricollega all'isolazionismo e potrebbe provocare un deterioramento dell'equilibrio strategico e politico sul nostro continente . .- · I 124 Bibiiotecaginobianco
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