Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Francesco Compagna E anche perciò i regionalisti convinti e lungimiranti non dicono che la Regione sarà il toccasana di tutti i mali del nostro Stato e della nostra società: dicono semplicemente, e senza enfasi, che la Regio-ne può e dev'essere un istituto utile per assicurare quattro· finalità fondamentali: 1) il trasferimento di buona parte della legislazione minore ai Consigli regiona,li, e quindi il decongestionamento dell'attività p·arlamentare; 2) lo snelli,mento delle strutture e procedure burocratiche in 1nodo da correggere le tradizionali tendenze dell'amministrazione italiana al cent11alismo; 3) la più conveniente circoscrizione di raccordo tr•a amministrazione centrale ed amministrazioni locali; 4) la giusta articolazione territoriale della programmazione economica. Non so se cl1i a.ssegna queste q11attro· finalità alla Regione possa essere accusato di voler limitare la riforma regionale ad un « semplice decentramento di compiti amministrativi » .o di volerne fare « un'appendice dei poteri centrali ». Non mi sembra che qu1 esta a·ccu,sa possa avere un serio fondamento; e comunque è certo che, se la Region·e non dovesse da.re una risposta adeguata rispetto alle quattro finalità di cui si è detto cl1e le si devono assegnare, sarebbe il fallimento· della riforma regionale: un lusso che la democrazia italiana non può concedersi! Questi, du11que, sono i punti di vista dei repubblicani per quanto riguarda i problemi di politica istituzionale. Quali sono i loro punti di vista per quanto riguarda i pro,blemi di politica economica e fin.anziaria? Conoscete le nostre preoccupazioni per quanto concerne il disordine della finanza pubblica, l'ammo.ntare e le destinazioni della spesa pubblica. I socialisti hanno affermato che il ricorso al mercato finanziario e monetario pe·r coprire il deficit dello Stato, degli enti locali, degli enti previdenziali, delle aziende autonome può essere co·ntenuto nel '70 nei limiti di 3200 miliardi. Noi abbiamo replicato che 3200 miliardi sono molti e potrebbero non essere sufficienti. Ed ora risulta che le entrate tributarie sono inferiori alle previsioni; e in pari tempo ci sono riassetti, trattative, agitazioni nel settore del pubblico impiego. Se si deve tener conto 1 di tutJto questo, e se ne deve tenetr conto·, il rico,rso al mercato fin·anziario e monetario p•er coprire il deficit del settore pubblico, potrebbe spingerisi vicino e anch·e oltre i 4000 miliardi. Come temevamo! C'è stata, dunque, una controversia sulle previsioni relative alle dimensioni ed agli impegni della spesa pubblica, al deficit del settore p,ubblico, all'entità del ricorso al mercato finanziario· per cop,rire tale deficit. C'è stata una controversia sui dati e non avrebbe dovuto esserci, perché le cifre della contabilità nazionale dovrebbero essere come la moglie di ·Cesare : al di sopra di ogni sospetto. Perciò nel 118 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==