Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

... Francesco Conipagna dose di miracolisrpo, o. di «- strumentaJismo », 11ella.çomposiziqne chimica del regionalis,mo -di cui sono diventati assert~ri tenaci ed entusiastici taluni esponenti della sinistra democristiana non meno dei comunisti, voglia che la riforma regionale sia limitata ad un semplice decentramento di compiti amministrativi e voglia che restino disattese le richieste delle masse, ammesso e non concesso che tali richieste siano riassumibili nella Regione soprattutto e nella Regione anzitutto. . . Noi riteniamo che certamente le Regioni ·potrebbero essere .un buon punto d'attacco per l'ammodernamento dello Stato. Potrebbero esserlo, se fossero create in un certo modo, avendo presenti certi fini ben determinati e ben graduati e predisponendo in tempo utile la legislazione fondamentale per l'attuazione del nuovo ordinamento. Ma, se. così non fosse, se le Regioni fossero create, come o-ggi si rischia di crearle, senza valutare preventivamente le finalità che ad esse si vogliono· assegnare, il quadro legislativo entro il quale devono .essere chiamate ad operare, i costi che per la loro fondazione e per il loro funzionamento si vogliono e si possono sopportare, esse potrebbero portare non ad un ammodernamento dello Stato, ma ad un aggravame11to della sua crisi. Ecco: noi repubblicani affermiamo che di questi problemi, dei prob 1 lemi del modo· di fare le Regioni dovrebbero farsi carico, più di quanto non se ne facciano, p·roprio coloro, che· vogliono le Regioni. Ma fra i regiona,listi bisogna distinguere: ci sono regionalisti co,nvinti e regionalisti per così dire strumentali. I repubblicani, da Carlo Cattaneo in poi, hanno acquisito sufficienti benemerenze regionaliste per avere diritto ad essere co1 nsiderati addirittura i più co,n.vinti dei regionalisti co,nvinti. Sennonché, da oggi i regionalisti convinti devono adoperarsi non più per fare le Regioni, che si fanno, bensì per .·evitare che le Regioni comportino i rischi denunciati dagli antiregionalisti: 1) un aumento dei costi ed in particolare delle spese correnti degli enti locali; 2) una confusione o sovrapposizione di funzioni ammini,strative; 3) un ispessimento dei diaframmi e degli organigram1ni burocratici co-me, ahimé!, è avvenuto in Sicilia. · E allora, se ci si deve preoccupare di tutto __questo, perché, nel momento in cui si debbono creare 15 ·Consigli regionali, non si aboliscono 94 Consigli provinciali, con legge di revisione costituzionale? Quest~ soluzio,ne sarebbe ragionevole, e razionale, perché 11e risulterebbe ridotto, o quanto meno contenuto, il costo complessivo della riform~ regionale. Ma, per quanto ragionevole, e razionale, per. quanto abbia incontrato molto favore nella pubblica opinione, questa soluzione non ha incontrato altrettanto favore presso le altre forze politiche, presso I 116

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