Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

La lezione delle cose gioni che ci accingiamo a chiamare in vita. Cerchiamo, quindi, di precisare quali problemi dobbiamo affrontare dal momento che abbiamo deciso di chiamarle finalmente in vita, queste Regioni di cui parla la nostra Costituzione. Il primo problema è quello dell'atteggiamento da assumere nei confronti di questa riforma: perché di una riforma si tratta, di una riforma che potremmo definire di alta chirurgia istituzionale. Pertanto si deve respingere sia l'atteggiamento di coloro che drammatizzano, il no alle Regioni, sia di ca-loro che enfatizzano il sì alle Regioni. I primi sottovalutano i mali onde l'intervento chirurgico si rende necessario: i secondi sottovalutar10 il fatto che un· intervento chirurgico è sempre un intervento chirurgico e come tale richiede mente fredda e polso fermo. Ora avviene proprio che le Regioni suscitano a sinistra fiduciose e perfino miracolistiche attese, mentre a destra con preocct1pazione e perfino con allarme si denunciano le Regioni come un'avven-- tura politica ed istituzionale. Se, quin,di, volessimo· definire sinteticamente il nostro atteggiamento nei confronti degli ·atteggiamenti della sinistra e della destra in vista dell'avvento delle Regioni, potremmo chiarire che il nostro atteggiamento è critico sia nei co-11fronti del catastrofismo di destra sia nei confronti del trionfalismo di sinistra. Ci preoccupa, cioè, che ancora una volta possano rimanere soffocate le voci pensose di quei democratici responsabili che non concepiscono le rifonne come ricette magiche, ma le concepiscono come difficili ed impegnativi banchi di prova dell'intelligenza e della lungimiranza di una classe politica. La riforma regionale è una riforma di grande importanza: non deve essere compromessa da una partenza dispendiosa; deve essere conforme alle attese di quanti credono nella sua possibilità di essere una riforma utile e non deve risolversi in una conferma delle preoccupazioni più o meno tendenziose di quanti ritengono che ad ogni riforma corrisponda un'awentura. Si è detto che per imparare a nuotare ci si deve tuffare e che, quindi, o le Regioni si fanno subito, e comunque, o non si fanno mai più. E così c'è chi afferma che alle Regioni deve corrispondere una nuova « fase costituente », per creare un assetto istituzionale « conforme alle richieste delle masse », e che quindi la riforma regionale non deve limit1arsi ad un « semplice decentramento di compiti amministrativi ». · Sono formule suggestive, e magari anche comprensive di una parte della verità. Di una parte soltanto, però: perché non è detto che chi avanza considerazioni e preoccupazioni sul modo di fare le Regioni non sappia n·uotare o non voglia imparare a nuotare; 11é è detto che chi preferirebbe una mc:).ggioredose di sperimentalismo e una minore 115 Bibliotecaginobianco

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