Argo1nenti per motivi di costo e talvolta ancl1e di ren:dimento, posso·no essere impiegati vantaggiosamente solo da organizzazioni di dimens,ioni adegtiiate ). Natu•ralmente, la creazione di tali nuovi Comuni imporrebbe di riesaminare gli indirizzi da adottare per la delimitazione territoriale degli enti maggiori. Anche in questo ca•so, bisognerebbe partire dalle « aree omogenee » e dalle « economie di scala ». E bisognerebbe chiarire un punto essenziale. L'attuale ripartizione prevede tre tipi di enti territoriali : le Regioni, le Province ed i Comuni. Sarebbe ancora giustificata questa ripartizione,· in presenza di organismi minori più grandi di quelli attuali, che potrebbero essere collocati in una posizione intermedia fra gli odierni Comuni e le odierne Province? Si può ragionevolmente affermare che non sarebbe né giustificata né opportuna. Qui bisogna aprire una breve parentesi. Ossia bisogna porre in risalto che già oggi - ed è ·prevedibile che tali fattori si svilupperanno notevolmente da qui agli anni '80 - è possibile realizzare, co,n i moderni mezzi elettronici, collegamenti in « tempo reale », ossia istantanei, anche a grande distanza, e che, inoltre, le comunicazioni stradali e l'incremento della motorizzazione agevolano in misura sensibile i movimenti delle persone e delle cose. E tutto ciò ha un significato molto cl1iaro per quanto ci riguarda: vuol dire che la riorganizzazione del sistema pubblico deve essere impostata con mentalità veramente m.oderna, e non con la mentalità dell'epoca delle diligenze, considerando le possibilità di utilizzazione degli elaboratori elettronici, dei trasporti di superficie ed anche dei collegamenti con aerei, elicotteri, convertiplani, veicoli a cuscino d'aria, eccetera, e non le possibilità offerte dai corrieri a cavallo. Ora, valutando questi fattori, è senz'altro possibile considerare l'opportunità di abC>lire le circoscrizioni intermedie, os,sia le Province, e di pervenire - mediante successive e graduali trasformazioni da compiere sulla base di approfonditi studi e di vali,de esperienze - a circoscrizioni regionali per « grandi regioni economiche » ( come indica110 gli studi già elaborati dalla e.E.E.), eventualmente collegate in un contesto sovranazionale. con regioni confinanti· e complementari di altri paesi, ed a circoscrizioni comunali notevolmente più ampie di quelle odierne. Naturalmente senza escludere, nei casi di reale necessità, l'istituzione ~i uffici « periferici » sia delle Regioni che dei Co1 muni. L'organizzazione del sistema periferico statale, logicamente, deve essere collegata a questi enti territoriali di nuovo tipo. Come l'organizzazione centrale ipotiz~ata in un precedente articolo su questa stessa 111 Bibiiotecag inobianco
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