Vittorio Barbati Per chiarire meglio ciò che qui si vuole sostenere, è o·pportuno considerare brevemente le difficoltà che molti enti tefl;ritoriali incontrano oggi. Si può fare qualche esempio. In moltissimi casi, i Com11ni, grandi, medi e piccoli, operano in circoscrizioni territoriali che complicano o addi,rittura rendo 1 no insolubili molti dei loro problemi. Alcuni grandi Comuni, nei quali sono localizzate imponenti attività industriali, non possono fronteggiare adeguatamente le necessità delle masse di la,,oratori che operano nel loro territorio, sia p,erché non dispongono -di mezzi finanziari adeguati, sia perché questi lavoratori, in moltissimi casi, risiedono in Com,uni vicini. Tali Comuni, a loro ,,alta, non possono fare altro che s11bire, essi pure con mezzi inadeguati, situazioni che sono state determinate da motivi estra-- nei alla loro co·ndotta ed ai processi economici che hanno luogo nel loro territorio. Questi fenomeni di congestione caratterizzano soprattutto le aree più evolute, e fanno balzare in primo piano il problema della localizzazione dei grandi complessi pro,duttivi ed i problemi co11n·essi dell'assetto urbanistico, del traffico, dei servizi sociali, eccetera. Una ripartizione territoriale più aderente ai tempi, fondata sulla fusione in « aree omogenee » dei Comuni interessati, potrebbe dare inizio, almeno consentendo impostazioni più unitarie e coordinate, ad un graduale pro-cesso di riordina-mento da considerare come indispensabile premessa per la sol11zione, altrettanto graduale, di problemi che oggi appaiono insolubili. .Se si ricorre ad un esempio di tipo opposto, si p·uò anche pervenire a conclusioni non -dissimili sull'opportunità delle fusioni di Comuni in « aree omogenee ». Molti piccoli Comuni operano in zone agricole in contesti territoriali particolarmente limitati. In parecchi casi, le fusioni potrebbero consentire unificazioni di servizi e riduzioni di costi, che si aggiungerebbero ai vantaggi delle « aree omogenee » e consentirebbero ·di realizzare delle « economie di scala ». Si potrebbero fare parecchi alt·ri esempi, oltre i casi-limite considerati, ma ciò che è stato detto può bastare. È il caso però di mettere. in risalto che molte situazioni attuali appaiono potenzialmente orientate verso casi-limite del genere, ed in particolare verso quello della « congestione ». E ciò impone di provvedere in tempo . .I ·principì delle « a-ree omogenee » e delle « econo-mie di scala » portano ad auspicare la formazione di Comuni di nuovo tipo, di dimensioni più ampie ,di quelli attuali - e ciò dovrebbe portare ad una notevole riduzione del numero -di tali enti - e più idonei ad elaborare programmi organici e ad impiegare mezzi tecnici evo]uti (mezzi che, in molti casi, 110 Bibiiotecaginobianco
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