Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

. Argomenti nella maggior parte dei casi,· non è fondata sull'applicazione di un sano principio di « omogeneità economica ». Bisogna ammettere, per dovere di obiettività, che ·l'ap·plicazio-ne di tale principio è estre1namente difficile anche oggi, pur con i mezzi perfezionati che si hanno a disposizione per le indagini macroeconomiche e microeconomiche, e che quindi essa era ben più difficile ieri. Tuttavia bisogna anche ammettere che, se si vuol pensare - ed è necessario farlo con sufficiente anticipo - ad un efficiente sistema pubblico p-er gli anni '80, è indispensabile impostare su queste basi la strutturazione di tale- sistema. Naturalmente, la definizione delle « aree economiche omogenee » ( è ovvio che l'omogeneità va considerata soprattutto sotto il profilo della complementarietà dei processi evolutivi), maggiori e minori, è legata, oltre che alle caratteristiche delle aree stesse, agli obiettivi di sviluppo che in tali aree si vogliono conseguire ed ai più vasti processi, anche sovranazionali, in cui esse so,no inserite o saranno presumibilmente i11serite. Ed è legata, ovviamente, ai mezzi a disposizione ed a quelli che, prevedibilmente, potranno div_enire disponibili in un determinato arco di tempo. La ripartizione per aree economiche maggiori e minori, com'è evidente, interessa sia il complesso degli organi periferici statali, sia il complesso degli enti. territoriali. Si tratta, com'è noto, di organism~ complementari fra loro - e presumibilmente la loro complementarietà è ·destinata ad accrescersi - e quindi, nei limiti del possibile e tenendo conto dei fattori particola,ri che posso110 consigliare ripartizioni diverse, è senz'altro opportuno, in linea di massima, seguire il criterio di far coinci,dere o comunque di ai:imonizzare le loro competenze territoriali. E, in questo quadro, vanno im.postati i loro rapporti. Bisogna chiarire questo punto. Nei limiti del possibile, la coincidenza territoriale fra gli organi statali e gli e11ti locali può solo essere intesa, come in effetti già avviene oggi, con1e coincidenza fra le circoscrizioni statali e gli enti maggiori. Salvo casi particolari, questo· criterio è preferibile anche per eyitare un'eccessiva ed inutile frantumazione degli organi statali. I quali già oggi, d'altronde, o,pe,rano s~ scala regionale o provinciale o, anche in caso di competenza più limitata, nell'ambito di più Comuni. Anzi, sarà senz'altro preferibile, sfruttando anche adeguatamente i ·mezzi che la tecnica mette a disposizione, procedere gradualmente ad una riduzione nu,merica di tali organi, co·n il contemporaneo ampliàmento della loro competenza territoriale, fino a portare questa~ in tutti i casi in cui ciò appaia opportuno o necessario, a coincidere con le circoscrizioni ·regionali. 109 Bibliotecaginobianco

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