Argonienti g) costituzione di organismi idonei all'elaborazione ed al coordinamento dei p,rogrammi economici, e di organismi idonei ad indirizzare e controllare l'esecuzione di tali programmi. La prima di tali direttrici, com'è evidente, è quella fondam.entale, che costituisce la base di tutte le altre. Non si può pretendere, infatti, di operare correttamente se non si hanno fini precisi. . Naturalmente, sul ·piano pratico, la delimitazione dei fini presenta difficoltà molto rilevanti, e si collega, in p,rimo luogo, alla necessità di chiare impostazioni politiche. L'argomento, per motivi fin troppo ovvi, non può essere ap,profondito ~n questo articolo; è tuttavia il caso di formulare su di esso, o meglio sui suoi aspetti tecnici, alcune brevi considerazioni. Si può dire, prima di tutto, che allo Stato va attribuito il compito di p,rodurre e fornire tutti i servizi di interesse nazionale, e di mettere in opera tutti i mezzi occorrenti, sempre sul piano nazionale, ad assicurare lo sviluppo armonico ed equilibrato di tutto il sistema. Le modalità per ottenere tali risultati dovranno essere definite in sede politica, in base ad una scala di priorità organicamente impostata. Come si è detto, q·ui non è possibile approfondire questo argomento, che, inoltre, esula dal tema proposto. È il caso di far notare, però, che già in sede di definizione dei fini occorre tenere conto delle riso1 rse disponibili, in atto e in potenza, e della loro ripartizione. A questo punto, i fini ,dello Stato si saldano con quelli degli enti territoriali. Per evidenti necessità, gli obiettivi che questi ultimi devo·no proporsi non possono essere in contrasto con quelli dello Stato. E questo punto è essenziale per chiarire il significato, dell' « autonomia » che va conferita a tali enti. Come ogni concetto, anche quello di « autonomia » -può prestarsi a differenti interpretazioni. Si può parlare, sia p·u·re nel quadro delle leggi dello Stato, di un'autonomia estremamente ampia, o, al polo· op-posto, di un'a·uto,nomia limitata ad attività puramente o quasi puramente esecutive. Entrambi estremistici, questi concetti, almeno seco·11do l'opinione di chi scrive, vanno respinti. Anche in questo caso, al di sopra delle dissertazioni teoricl1e, bisogna tenere conto delle risorse disponibili e della loro ripartizione. Non si può parlare di autonomia to,tale, cioè di un'autonomia che si tramuterebbe in una « quasi-sovranità », per due ordini di motivi: in primo luogo perché si metterebbero in moto forze cent1ifughe pericolose e si comprom:etterebbe, con conseguenze gravi per tutto il paese, qualsiasi possibilità di effettivo coordinamento; in secondo luogo, perché molti enti territoriali, a cominciare dalle Regioni, 107 Bibiiotecag inobianco
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