Argo111enti sono appunto gli organi di ·cui stiamo parlando,. Sarà op·portuno tornare in seguito su questo argomento. Per ora, è solo il caso di esami11are brevemente alcuni aspetti salienti di tale controllo. Anche in questo caso, si tratta di un controllo nel quale, come si è fatto notare prima, l'accento viene posto sulle questioni di legittimità. Non c'è dubbio che un'impostazione ,del genere, ispirata a principi non più aderenti ai tempi, sia da considerare superata. Un atto amn1inistrativo o finanziario importante, pur essendo ineccepibile sotto il profilo giuridico-formale, può essere scarsamente utile, inutile, o a,ddirittura dannos~ sotto il profilo economico. Se esistessero degli organi idonei a valutare contemporanean1ente il merito di tali atti e ad esercitare sugli stessi un efficace controllo, e se questi organi potessero operare in stretto collegamento con i Prefetti e le dipendenti Prefetture, si potreb·be ·anche parlare di un equilibrio politico-tecnico negli in,dirizzi, che, pur nel rispetto delle autonomie locali, lo Stato dà agli enti minori. Ma questi organi non esistono, e le Prefetture non sono organizzate per effettuare controlli complessi come quelli che sarebbero richiesti dalle odierne esigenze economiche. Né tali funzioni possono essere attribuite agli organi periferici dei Ministeri fina1 nziari, le cui competenze sono limitate ai provvedimenti che, direttamente o indirettamente, interessano la finanza statale. E nemmeno ai Comitati regionali per la programm·azione, i quali, al polo opposto, hanno soprattutto delle funzioni di studio e, comunque, non hanno la veste giuridica per effettuare controlli del genere. Ed anche su questo argomento sarà opportuno tornare in seguito·. Quanto è stato esposto finora, in modo necessariamente rapido e sommario, è servito a porre in risalto che l'attuale organizzazione periferica statale è strutturata sulla base di principi non rispondenti ai processi evolutivi che essa dovrebbe indirizzare e controllare. Si è in presenza, in effetti, di una vera e propria frattura fra le norme che regolano, in sede centrale come in sede periferica, le attività statali, e le nuove ed imperiose necessità di razionalizzazione, di coordinamento e di armonizzazione degli sforzi nel tempo, nello spazio e nell'intensità, che sono originate dal progresso sociale ed eco,nomico. E tale frattura appare in modo ancora più evidente, si potrebbe dire drammatico, se s.i estende, sia pure con gli stessi criteri di bre,vità, l'analisi agli 01 rgani dipendenti dai dicasteri economici. Anche fra questi organi, come fra quelli prima considerati, il collegamento ~' a dir poco, carente e, comunque, sempre basato su elementi fornmli, su successioni di atti e su ripartizioni ,di competenze, che non tengono conto in misura ade103 Bibliotecaginobianco
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