Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Vittorio Barbati caratterizzate in molti casi, hanno provato che esistono dei li•miti alle possibilità di integrazione economica fra i pa~si me~bri - limiti presumibilmente destinati a·d acquistare mag·gior peso con un eventuale allargamento della Comunità - che possono essere aln1eno in parte superati soltanto con un maggiore coordinamento « sovranazionale » delle attività pubbliche. Tale coordinamento, però, esige profonde modifiche strutturali, che i11vesto,no molti campi - da quello monetario a quello deg.li strumenti della p·olitica finanziaria, da quello fiscale a quello giuridico, eccetera - e richiedono l'adozione ,di fon·damentali provvedime,nti politici e legislativi. E questi, a loro volta, possono •essere adottati e resi o,peranti solo nel quadro di un'a·deguata ristrutturazione politioa, idonea a conferire maggiore autorità agli organismi sovranazionali. In questo quadro, al quale qui si è potuto so•lo accennare di sfuggita, va im·postato i'1processo di riorganizzazione e di razionalizzazio·ne delle nostre strutture pubbliche. È il caso, a questo pt1nto, di aprire una breve paren·tesi, per chiarire il significato da attribuire al termine « decentrarr1ento ». In primo luogo, bisogna precisare - e ciò riguarda in particolare il tem·a di questo articolo - eh.e un organico decentramento di competenze, e quindi di funzioni e di responsabilità, può essere attuato soltanto lungo due direttrici concomitanti: la revisione dei compiti degli organi periferici statali ed il riordinamento ·dei minori enti territoriali. Bisogna parlare, quindi, di un decentramento parallelo e coordinato, da attuare da un lato nell'ambito dell'amministrazione statale, e da un altro nel contesto più ampio di tutto il sistema ,della pubblica amministrazione. Posto, in questi termini, il pro,blema appare senza dubbio estremamente complesso. Tuttavia, almeno a parere di chi scrive, questa è l'unica via che può consentire di giungere a risultati positivi. È indispensabile p·recisare un punto essenziale. Il decentramento può essere considerato un fatto positivo solo a co,n,dizione che non determini pericolose spinte centrifughe. E che non accentui quella mancanza di coordinamento, estremamente dannosa, che purtroppo oggi contraddistingue il sistema pubblico. Ciò significa che, in un equilibrio senza dubbio molto difficile, bisogna salvaguardare da una parte la possibilità di condurre una politica unitaria sul ·piano nazionale - politica, come si è fatto notare, inserita in un più ampio contesto sovranazionale - e, da un'altra parte, le scelte e ile ,decisioni dei minori organismi pubblici. Questo equilibrio impone di considerare due ordini di obiettivi: 1) la definizione ,di sfe:re di com·petenza ben precisate, sia nei rapporti 98 Bibiiotecaginobianco

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