Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Il Patto violato vietica. La strategia militare dell'alleanza non è quella che viene concordata tra i paesi che vi aderiscono, ma è quella elaborata dai militari sovietici, che perpetua lo stato di subordinazione degli alleati. Ecco un esempio: « Unit::t operative delle forze armate di diversi Stati socialisti potranno essere costituite per condurre operazioni congiunte sui teatri di guerra. Si potrà assegnare il comando di queste unità al comando supremo delle forze armate sovietiche ... In alcuni teatri di guerra unità operative dei paesi alleati resteranno sotto il proprio comando supremo » 19. Tale principio sembra aver già trovato applicazione durante l'invasione della Cecoslovacchia, dove il comando delle operazioni non fu affidato ad un ufficiale dello S.M. del Patto, ma al comandante delle forze terrestri sovietiche, Pavlovsky. Questo esame retrospettivo dell'alleanza fornisce anche alcune indicazioni circa il suo futuro. Innazitutto, occorre sottolineare il fatto che la crisi del Patto è legata a due fattori, di cui uno interno e l'altro esterno al blocco comunista. Il primo si riduce essenzialmente allo stato dei rapporti con l'Occidente e, poiché anche il Patto di Varsavia è un prodotto della « guerra fredda », la sua crisi è destinata ad accentuarsi nella misura in cui progredisce la distensione internazionale. L'altro fattore è invece riducibile allo stato dei rapporti tra l'URSS e gli altri paesi socialisti. La fine del « monolitismo » ed il rifiuto dello « Stato guida » costringono il governo sovietico a fondare la ricerca dell'unità del blocco sempre più sul ricorso alla forza anziché sull'affinità politica ed ideologica che accomuna l'URSS ai propri alleati. La coesione del Patto, già duramente provata, ha ricevuto il colpo di grazia con l'invasione della Cecoslovacchia. Il 12 settembre 1968, l'Albania si è affrettata a denunciare il Trattato di Varsavia che « da trattato di pace si è trasformato in un trattato di guerra di asservimento; da trattato di difesa dalla aggressione imperialista, si è trasformato in un trattato di aggressione contro i Paesi socialisti stessi » 20 • L'evento costituisce la fase culminante del contrasto che oppone l'Albania all'Unione Sovietica e della crisi che si era aperta nel '61 in seno all'alleanza con l'estromissione di fatto dei rappresentanti di Tirana. Non è stata, quindi, l'invasione della Cecoslovacchia 8 modificare in senso negativo il giudizio che gli albanesi davano del Patto, ma certamente questo avvenimento è stato per essi un ca1npanello d'allarme. I dirigenti albanesi, infatti, si sono resi conto che i pericoli connessi all'enunciazione della « dottrina Brezhnev » potevano essere scongiurati 19 S0K0LOVS~Y ed altri, Voennaya Strategiya, Mosca, 1963, pag. 475 cit. in R. L. GARTHOFF, op. cit., pag. 152. 20 MEHMET SHEHU, op. cit., pag. 4. 97 ·BibliotecaGino Bianco

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