Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Enrico Vitiello decisione di ritirarsi dall'alleanza e proclamato la neutralità del paese. Una volta ristabilito l'ordine, i sovietici, conformemente agli impegni assunti, intrapresero le trattatjve nei paesi alleati. Fu così stipulato i•l 17 dicen1bre 1956 il Trattato con la Polonia che stabiliva il quantitativo, lo status e la dislocazione delle truppe sovietiche. Gli accordi ponevano forti restrizioni alla libertà di cui i sovietici avevano goduto fino allora, poiché li sottoponevano alla disciplina delle leggi polacche e soprattutto perché stabilivano il divieto di usare le truppe per fini politici. Da ciò si può dedurre quale fosse la situazione precedente. Al Trattato con la Polonia seguirono quello con la RDT ( 12 marzo 1957), con la Romania (15 aprile) e con l'Ungheria (27 maggio); ma la portata di questi accordi fu di gran lunga inferiore a quella del Trattato con la Polonia, che, quasi in premio della moderazione dei suoi dirigenti, aveva ricevuto un trattamento di favore 8 • Con questi accordi, l'URSS mirava a legittimare situazioni preesistenti e a risollevare il prestigio e la dignità dei governi alleati, avviliti da un decennio di sottomissione. Dopo la rivolta ungherese, il momento di maggiore crisi conosciuto dal Patto è rappresentato dall'invasione della Cecoslovacchia. L'intervento delle truppe alleate, richiesto da non meglio identificati « dirigenti di Stato e di Partito » ed attuato dopo che gli accordi di Bratislava se1nbravano aver scongiurato un tale pericolo, testimonia in modo inequivocabile della grave scorrettezza di cui dànno prova anche i successori di Stalin nei rapporti con gli altri paesi socialisti. Ormai non vi sono più dubbi sull'uso che i sovietici intendono fare dell'alleanza, in contrasto con lo stesso Trattato istitutivo. In Ungheria ed in Cecoslovacchia non sono state violate soltanto le né:>rn1edel diritto internazionale, ma, paradossalmente, le norme stesse del Trattato di Varsavia cui si sono richiamati i sovietici per giustificare le loro iniziative. Infatti, l'obbligo di aiutarsi reciprocamente « con tutti i mezzi necessari compreso l'uso della forza militare » è conte1nplato dall'art. 4 nel caso di un'aggressione armata, ipotesi che non si è mai verificata né in Ungheria né in Cecoslovacchia. È vero che si potrebbe obiettare che l'intervento trova il suo fondamento giuridico non nell'art. 4, ma in quello successivo che recita: « Ess.e (le parti contraenti, n.d.a.) prenderanno anche le altre misure concordate necessarie per consolidare la capacità difensiva, in modo da proteggere il lavoro pacifico delle loro popolazioni, garantire l'integrità delle loro frontiere e dej loro territori e da assicurare la difesa contro ogni eventuale aggressione ». Tuttavia, a prescindere dal fatto che è ancora da dimostrare che la situazione in8 Per un'analisi di questi trattati dal punto di vista giuridico, cfr. K. GRZYBOWSKY, The socialist commonwealth of Nations, New Haven, Yale lJ. P., 1965. 92 BibliotecaGino Bianco

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