Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Il Patto violato e comandante supremo delle forze armate polacche; dopo la crisi del '56 fu tuttavia escluso dal Politburo (solo 23 membri del Comitato Centrale su 76 votarono per la sua rielezione) e rispedito a Mosca « coi ringraziamenti del popolo polacco » insieme al generale Poplawski e ad altri 31 ufficiali sovietici o dalla doppia nazionalità. La situazione non era diversa negli altri paesi. In Bulgaria, il gene1-ale Kinov, ufficiale di carriera sovietico, ma di origine bulgara, fu nominato nel dicembre '44 capo di Stato Maggiore. In Ron1ania, non c'erano ufficjali dalla doppia nazionalità, ma in compenso jl 1\tlinistro della Difesa. Emil Boònaras, aveva trascnrso un lungo esilio in Unione Sovietica. Tn Ungheria, il generale Voros, che si era trasferito in URSS nel 1944, fu Ministro della difesa fino al '46, anno in cui dovette cedere i] suo dicastero ad un esponente del partito dei piccoli contadini. 1,1a dal '48 al '53, il dicastero fu assunto nuovamente da un ex-ufficiale dell'Annata Rossa, il generale Farkas. Nel '51, intanto, il comando dell'esercito ungherese era stato assunto dal generale Cvetaiev, comandante della piazza di Mosca durante la seconda guerra mondiale. Quanto alla Cecoslovacchia, l\1inistro della Difesa fu norninato un generale filocon1unista, Svoboda, il quale fin dal maggio '45 annunziò che l'esercito cecoslovacco avrebbe adottato equipaggiamenti e regolan1enti militari sovietici 4 • Questo tipo di rapporto essenzialmente fiduciario rappresentava, però, un legame troppo aleatorio, né a rend ·rlo più sicuro bastava la presenza delle truppe sovietiche, le quali, d'altronde, erano già state ritirate da alcuni paesi come la Bulgaria, la Jugoslavia e la Cecoslovacchia. Di qui l'esigenza di una certezza giuridica che poteva venire soìo dai Trattati conclusi sul finire degli anni '40. Contemporaneamente, veniva avviato il coordina1nento della politica n1ilitare tra i paesi del blocco. Il clima di tensione internazionale, alimentando la psicosi della guerra e la corsa al riarmo, provocò l'aurnento generale delle spese per la difesa e degli effettivi militari. « Gli jugoslavi hanno calcolato alla fine del 1951 che il numero approssimaLivo degli effettivi a quella data era di 200.000 unità in Ungheria, 290.000 in Romania e 220.000 in Bulgaria. Secondo le clausole dei trattati di pace, !-'Ungheria dovrebbe avere un esercito di 70.000 uomini, la Romania di 180.000 e la Bulgaria di 65.000 » 5 • Per gli equipaggiamenti militari i « satelliti », che avevano un'industria bellica poco sviluppata, dipeh4 Questi dati sono tratti da R. L. GARTJ-{OFF, Soviet M.ilitary policy, Londra, Faber and Faber, 1966, pag. 136 e segg. 5 F. FEJTo,· Histoire des démocraties populaires. L'ère de Staline 1945-1952, Parigi, Editions du Seuil, 1952, pag. 288. 89 BibliotecaGino Bianco

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