Sergio Antonucci Ora, sia che l'idea sia stata della ragazza come tentativo di captatio benevolentiae (ingraziarsi « quelli del Personale », « i Sigg. Dirigenti », per una gratifica, un aumento, o magari nella speranza di far entrare, un domani, anche il marito), sia che l'iniziativa sia partita dagli organi aziendali, resta il fatto di questo matriinonio strumentalizzato ai fini della politica aziendale, di questa commistione di sacro e di profano, di un fatto intimo e personalissimo sul quale si sovrimpressiona il Simbolo della Società, come buona moneta da spendere per riproporre ancora una volta il mito della Grande Famiglia. In ogni caso, se la povera ragazza, dal suo punto di vista, poteva co1n1mque avere una giustificazione (chiamiamola pure così!) « interessata», in una manifestazione del genere, altrettanto non si può certamente dire per un altro caso pressoché analogo. Sullo stesso giornaletto compare la fotografia di un'altra coppia di sposi accanto ad un nostro distributore. Si tratta del matrimonio della figlia di un nostro anziano funzionario, prossimo al limite di età. Qui non si può parlare di desiderio di ingraziarsi, ecc. con una messinscena propiziatoria ed adulatoria (e certamente l'iniziativa è partita dal nostro funzionario). Il nostro collega ha raggiunto il massimo della cariera e sa di non potersi proporre altri obiettivi. Sappiamo poi che entrambi gli sposi sono ben sistemati altrove. Qui siamo evidentemente nel campo dell'esaltazione pura; fine a se stessa, al confine col feticismo. (Oppure, semplicemente infantile: ma qui si aprirebbe un altro discorso, sulla regressione infantile come risultato ed obiettivo della politica aziendale ....). Gli anni passati nella società hanno portato evidentemente il nostro funzionario ad una identificazione totale di se stesso e della propria famiglia nell'azienda. Ma consideriamo pure per un momento queste manifestazioni come casi limite, esempi sporadici di ingenua esaltazione, tentativi magari un po' grossolani e scoperti di crearsi o di mantenere fino all'ultimo una « buona reputazione» aziendale. Non dimentichiamo però, da una parte, che sono considerati perfettamente normali, anzi apprezzatissimi nell'ambiente aziendale (e non importa che poi fra di noi ci si scambi sorrisetti di commiserazione), dall'altra che essi costituiscono un modo di manifestarsi di una tendenza che, nell'insieme, è anche essa considerata normale ed accettabile . .Come quest'altro episodio: un nostro anziano operaio che sta per andare in pensione viene a presentarci il figlio, macchinista navale. Prima o poi tutti i marittimi tendono a trovare un posto a terra, e il desiderio del padre di vedere il figlio sistemato nella società dove lui ha lavorato più di trent'anni è comprensibile. Il fatto è che per illu78 BibliotecaGino Bianco
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