Sergio Antonucci suo desiderio di cambiare società, indica come essenziale e determinante le « ragioni di carattere sentimentale per essere figlio di un dipendente di codesta Società per 20 anni ... ». E le indica come ragioni che ognuno - in primo luogo noi che leggiamo la domanda - dovrebbe comprendere e giudicare plausibili e naturalissime. Anche oggi, in questi anni nei quali nel mercato del lavoro, se Dio vuole, comincia ad essere largamente praticato anche in Italia, e considerato nonnale, comprensibile, e giustificabile sotto tutti i punti di vista, il passaggio da una società all'altra per 1nigliorare la propria posizione economica. l\tlolto probabilmente vi saranno stati dei motivi concreti a costringere il figlio alla ricerca di un altro posto. Il che, naturalmente, ridurrebbe gran parte delle superfetazioni mitologiche, al livello struinentale di tentativo di ingraziarsi la nostra benevolenza. Ma quali che siano le ragioni profonde e la situazione sottostante, resta significativo che si sia pensato di utilizzare questo metodo, resta significativo che questa venga considerata una buona moneta da spendere. Nei primi anni dell'ultimo dopoguerra (gli anni fra il '45 ed il '50) si raccontava, con una certa 1neraviglia, delle case dei braccianti pugliesi dove, accanto al crocifisso, c'erano le effigi di Garibaldi e di Di Vittorio. Non mi sorprenderei se il nostro ex dipendente di Foggia avesse avuto, o abbia tuttora, oltre o invece di questa iconografia, il « Simbolo » della XYZ e l'immagine della « Santissima Persona del Presidente ». Quello di allora, o magari, oggi, quello di adesso. Leggendo lettere come queste, si può arrivare a comprendere come Crispi e Mussolini abbiano potuto impunemente dilapidare le poche energie e ricchezze del nostro paese nella conquista di imperi coloniali, mentre in patria - e specialmente nel Sud - restavano immutate le condizioni di arretratezza, di povertà, di ignoranza secolari. Tutto questo senza provocare reazione, anzi, suscitando l'idolatria da parte delle plebi e della piccola borghesia meridionali. D'altra parte, se si pensa alle condizioni di un semianalfabeta in Puglia nel periodo fra il 1931 ed il 1952, si comprende anche come costui - cioè il vecchio ex dipendente nel periodo nel quale ha lavorato nella società - possa essersi sentito in una condizione di grande privilegio per il solo fatto di lavorare. E come possa aver provato una gratitudine a sfondo religioso, quasi « per grazia ricevuta», nei confronti della società che gli ha assicurato il pane e consentito di dare una istruzione ed una sistemazione decorosa ai propri figli. Comunque questa integrazione ancora di tipo feudale, di soggezione ed appartenenza totale, organica, all'azienda, al di fuori della quale vi era il deserto, i predoni, la fame, l'insicurezza, a pensarci bene è poi tanto diversa da quella alla quale anche oggi, ma74 BibliotecaGino Bianco
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